in quella patria che ha nome di libera. E que’ che si sono
millantati di far le republiche miste eterne, ancor essi grandemente si sono trovati ingannati; percioché, si come ne’ corpi
umani i quattro umori, de’ quali egli è composto, dopo la concordia di una lunga sanitá si alterano alla fine, e quello che
piú agli altri prevale uccide l’uomo, cosí la mistura di por in
una republica la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia, col
tempo prevalendo uno de’ tre umori, forza è che con lunghezza
di anni egli si alteri: il quale, mutando poi la forma del governo,
toglie alla fine la vita alla Libertá, come ne’ tempi passati mille
esempi abbiamo veduti. Che non tutto quello, che gli uomini
dotti co’ bei concetti loro sanno dipinger nelle carte e provano
co’ fondamenti di buone ragioni, riesce poi posto nell’atto pratico: chiaramente toccandosi con la mano che Licurgo, Solone
e gli altri legislatori del viver libero, che con le ottime provisioni di santissimi instituti hanno creduto di poter frenare
gl’indomabili ingegni degli uomini e con le rigorose pene proibir la malizia delle persone ambiziose, nell’opinion loro piú che
molto si sono incannati. Ma ora (né posso dirlo senza grandissimo spavento e senza infinito cordoglio) con questi nostri
occhi chiaramente vediamo che gli alemanni, sottilissimi e acutissimi artefici non meno di orologi che di prestantissime
republiche, quelle eterne libertadi hanno finalmente saputo inventare, che per tanti secoli, e sempre indarno, è andata
cercando la somma prudenza de’ filosofi antichi, dalle quali
con molta ragione deono le monarchie temer la morte e l’ultimo esterminio loro. Giammai, serenissimi monarchi, non
fu detta sentenza piú aurea di quella: che qualsivoglia picciola scintilla disprezzata è atta a cagionar incendi grandi.
Percioché chi mai averebbe creduto che la scintilla della picciola
Libertá, che nacque tra gli svizzeri, avesse potuto accendere un
fuoco che tanto poi si fosse dilatato nella Germania, quanto
oggi vede il mondo e ammira? E qual uomo, per saggio e
prudente ch’egli fosse stato, giammai averebbe saputo predire
che in cosí brieve tempo avesse potuto cagionar l’incendio di
tante cittadi, di tante bellicose nazioni, che con grandissima