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perfetta pace, buona concordia. Mentre questi deputati cosi ragionavano, fu veduto che dagli occhi d’Apollo, per compunzion grande di quel che udiva, uscivano abbondantissime lagrime: onde dai circostanti fu creduto che Sua Maestá in qualche escandescenza dovesse prorompere contro que’ prencipi che di cosi brutto eccesso erano accusati; quando egli cosi disse: — Fedelissimi miei, altrettanto gravi quanto vere sono le querele vostre. Ma sappiate che gli eccessi de’ quali ora vi dolete, non dalla mala natura de’ prencipi, ma solo sono cagionati dai sediziosi ingegni de’ popoli, i quali con l’instabilitá loro operano che non sia possibile che la pace universale del genere umano con altro piú certo istromento si conseguisca, che con seminar tra le nazioni quelle discordie e quelle divisioni, delle quali voi ora tanto vi rammaricate; perché la lunga sperienza ha fatto conoscere ai prencipi che la gran macchina del sicuramente regnare tutta sta fabbricata sopra il saldo fondamento del ben dividere: e cosa chiara è che i popoli, senza i prencipi che li reggano, da essi stessi in piú crudeli sedizioni precipitarebbono di quelle che, per la pubblica pace e per lo bene universale di tutti, altri semina tra essi. Tutti mali, dilettissimi miei, necessari: ancor che a me grandemente dolga di vedere che la infirmitá delle discordie universali, che regnano nel genere umano, non con altro piú prestante medicamento può esser curata, che con l’amara medicina che ora mi dite tanto farvi nausea.