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e queste in numero molto grande comparvero avanti Apollo, e con acerbissime parole accusarono il Mauro, che ivi era presente, che senza precedente legittima cagione, con sommo scorno degli onorati ordini di cavalleria de’ maggiori re di Europa, bestialmente avesse uccisa la piú virtuosa dama di Parnaso. A questa accusa animosamente rispose il Mauro esser verissimo ch’egli da Sua Maestá meritava severissimo castigo: ma non giá per lo giustissimo risentimento ch’egli aveva fatto contro la sua impudica moglie, ma perché, la prima ora ch’egli si avvide della ribalderia di quella ligaccia, piú mesi aveva differita la vendetta, che tanto era necessaria alla riputazione di un uomo onorato. Straordinaria commozione nel petto di tutti i circostanti prencipi cagionarono le parole del Mauro; i quali, in modo alcuno non potendo sofferire che gli onori, che essi conferivano a’ nobili soggetti forastieri loro aderenti parziali e affezionati, fossero interpretati vitupèri, la curia tutta empirono d’infinito rumore; quando Apollo, per estinguere il principio di quel fuoco, il quale benissimo previde che tosto era per proromper in un incendio grande, cosi disse loro: — Con caratteri indelebili ne’ vostri cuori scrivete, o prencipi, il caso infelicissimo succeduto a Laura Terracina, dignissimo di esser nel Mauro anzi premiato da me e lodato da voi, che da’ miei giudici punito e da voi biasimato; e per cosa certa tenete che questi favori e questi onori, che i prencipi fanno agli stranieri, apertissimi preludi sono delle bruttissime oscenitadi che con l’ingegno loro libidinosissimo di dominare perpetuamente con varie macchinazioni vanno meditando. E gli animi de’ sudditi col stretto vincolo di castissimo e santissimo matrimonio sono copulati co’ prencipi loro, e però, come pudiche mogli, neppur con gli occhi deono conoscere altro prencipe che quello che loro ha dato la legge di Dio e degli uomini, non che sia lecito loro amarlo col cuore e giurargli nuova fedeltá; e molto sciocchi sarete, se, nel vendicare l’infedeltá de’ vostri sudditi, aspetterete il tempo buono di córli negli adultèri delle fellonie, perché le ferite, che arrecano disonore, dai saggi maestri di scherma si riparano prima che offendino, dagli stolti si medicano poiché si sono ricevute; ma nell’ora stessa che vi