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RAGGUAGLI DI PARNASO I31

RAGGUAGLIO XXXI

Marco Catone, con infinita displicenza de’ prencipi, al motto « Pugna prò patria», scritto nell’architrave della porta della sua casa, avendo aggiunta la parola <■< libera >^ , da Apollo è comandato a levarla.

Fino dal primo giorno che Marco Catone, Savio grande in questa corte, fabbricò la sua casa in Parnaso, nell’architrave della porta a lettere di oro fece intagliar quelle tanto famose parole « Pugfia prò patria-» , alle quali pochi giorni sono fece aggiungere, « libera »; di che accortisi i prencipi, grandissimi richiami hanno fatti avanti la Maestá di Apollo, protestandosi che, se quella parola tanto sediziosa e la quale poteva porre il mondo tutto in combustione, non si cancellava da quell’architrave, evidente pericolo si correva di sollevare in Parnaso mali grandi ; e fecero di piú gagliarda instanza che Catone, primo institutore di quella mala razza d’uomini, i quali, per mostrarsi alla vii plebe amatori della veritá, sopra le genti esercitano una impertinente libertá e una devota superbia, per correzione e spavento degli altri severamente fosse punito. Incontanente da Apollo fu fatto chiamar Catone, col quale acremente si dolse che, con l’innovazione di quella parola, giustissima occasione avesse data a’ prencipi di querelarsi di lui e di far rumori. Intrepidamente rispose Catone che gli uomini buoni per qualsivoglia minacce de’ prencipi non dovevano spaventarsi di fare e dir quello che si conveniva loro e che loro dettava la coscienza; che cosa grandemente crudele € solo degna di uomo ignorante o maligno era con sentenze, solo speciose nelle parole, ingannar gli uomini semplici; e che somma impietá gli pareva che fosse, con quelle sole parole « Pugna Pro patria », dare ad intendere al volgo ignorante che come cosa sua propria anco col sangue e con le facoltadi egli era obbligato difender quella controversia, nella quale egli non aveva pur minimo interesse; che però la parola « libera » necessarissima era per dichiarazione del perfetto significato della