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I30 RAGGUAGLI DI PARNASO

i quali mentre vivono nel vigor loro, non cittadino innamorato del ben della sua patria, ma crudelissimo inimico è colui che, macchinando contro la vita del tiranno, a’ suoi cittadini è cagione di piú crudel servitú, alla patria di scandali molto maggiori. I Tarquini, con l’affezione, che con vari artifici si avevano acquistata, del popolo romano, si mantenevano nell’usurpata tirannide: la quale mentre con le crudeltadi, con le libidini e con le loro avarizie ebbero perduta, affatto mancò il fondamento della lor grandezza, e però il ripor l’antica libertá nella patria a me non fu cosa difficile. Percioché con la mia congiura non cacciai io i Tarquini di Roma; ma, allora che essi per l’odio pubblico precipitavano, diedi loro la pinta. Ma non giá cosi facesti tu; perché chiara cosa è che Cesare, col favor grandissimo ch’egli aveva del suo esercito, del quale tant’anni era stato capo, con l’affezion mirabile che con la sua profusa liberalitá aveva saputo acquistarsi del popolo romano, aveva occupata la pubblica libertá: e mentre, possedendo egli questi due tanto potenti mezzi, l’uccidesti, altro non operasti che cangiar Cesare, che solo con la clemenza di beneficare ognuno studiava di assicurarsi in Stato, in Augusto, che, avendo veduto l’infelice fine che con l’usar l’indulgenza del perdono fanno i tiranni, per sicuramente perpetuarsi nel suo dominio strada piú sicura stimò servirsi della crudeltá di quella immane proscrizione, che sola cagionò ch’egli, dopo aver per cosi lungo tempo felicemente regnato, come cosa ereditaria quietamente potette trasmetter l’imperio romano nella persona di Tiberio,