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anzi le monarchie potevano affermar tutto il contrario, poiché i premi delle patrie libere, paragonati con la profusa liberalitá che coi loro principali ministri usavano i re grandi, erano mendicitá: mercé che non mai si era veduto che la republica veneziana avesse premiata la fedeltá di alcun suo senatore con que’ ricchi doni delle castella, delle cittadi e degli altri nobilissimi e ricchissimi feudi, co’ quali i prencipi molto spesso si vedevano esaltar i ministri loro; ché il maggior premio che verso i benemeriti suoi senatori usava il senato veneziano, era promoverli ai magistrati maggiori, ma però graduatamente, e acquistati con sudori infiniti: oltre che la maggior parte dei carichi piú principali di lei, piú essendo dispendiosi che utili, altrui solo apportavano augumento di riputazione. Che poi senza comparazion alcuna molto piú spaventevoli e crudeli erano i castighi che uscivano dalla risoluta volontá di un prencipe offeso in cose gravi, che quei che contro alcun senatore erano deliberati da un senato, per l’ordinario piú tosto circonspetto e mite che precipitoso e crudele: e che somma sproporzione era tra il prencipe che giudicava un suo vassallo, e quel senatore che col suo suffragio puniva un suo uguale, un amico, uno del suo sangue. Che non sapea veder qual nuovo e piú crudel patibolo di forche, di mannaie, di lacci e di fuochi ne’ demeriti della sua nobiltá usasse la republica veneziana, che anco non fossero praticati in Francia, in Spagna, in Inghilterra e in Polonia, eccetto però il tremendo Canal Orfano, ultima severitá veneziana: che se nei regni loro non avevano le monarchie quel canale, che nondimeno ne’ sacchi potevano far cucire i loro ministri disleali, e farli gettar ne’ laghi, ne’ fiumi e pozzi profondi. Con leggiadria grande sorrise allora la serenissima Libertá veneziana, e disse che in vece di quei feudi che con tanta limitata autoritá di comandare ai benemeriti ministri loro concedevano i prencipi, ella ai suoi fedeli e ubbidienti nobili prima donava il nobilissimo regno di Candia, Corfú e le altre isole soggette al suo dominio, lo stato di Dalmazia, dell’Istria, del Friuli, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo, Crema, e lo stesso maestosissimo miracolo delle cittadi piú reali, Vinegia: i l tutto con ampia autoritá di comandarlo e governarlo