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RAGGUAGLIO XXIV Giorno lugubre in Parnaso per la commemorazione dell’infelice introduzione fatta alle mense della sottocoppa. Oggi primo di maggio, giorno appresso le nazioni tutte consecrato al genio festivo e allegro, talmente in Parnaso è lugubre, che non solo le serenissime muse, i poeti e i virtuosi tutti vestono di lutto, ma i fòri, i portici e i ginnasi si veggono coperti di cottone: mercé che per testimonio di Polidoro Virgilio pienamente consta che in questo giorno d’infelice memoria, per l’ambizion prima de’ prencipi e poi per la sciocca vanitá de’ privati, tra gli uomini fu introdotto il pestifero uso della sottocoppa. Mai piú alla memoria de’ letterati in Parnaso è succeduta calamitá cosi lugubre, e che con piú vere lagrime di intensissimo dolore dai virtuosi tutti sia stata pianta, del funesto spettacolo di veder il prezioso liquore del vino, unica delizia delle mense, senza del quale il mangiare sarebbe laboriosissimo mestiere da facchino, crudelmente cacciato dalla tavola. E certo con molta ragione: percioché qual infelicitá maggiore può provar il genere umano, che il vedersi ridotto a bere a discrezione altrui, ed esser capitato al passo spaventevole della morte di fino chiedere per l’amor di Dio a un vigliacco servidore, che molte volte non ti guarda, spesso non ti ode o non ti vuol udire, quel bicchier di vino che per felicemente vivere gli anni di Nestore perpetuamente si deve aver nella mano o tener alla bocca? E per crudelmente dilaniar un galantuomo, qual altro piú insopportabil aculeo può immaginarsi, che allora fargli stentar il bere, che un saporito boccone, ch’egli ha tra i denti, gli ha incitata una gagliarda sete? E non è spettacolo da far tramortir gli uomini di angoscia il vedersi portare il bere in un bicchiere spesse volte troppo picciolo, molte volte mezzo vóto, e in tanta disuguaglianza di sete esser forzato sempre bere con la stessa misura? e, quello che aggrava tanti mali, sempre col vino cambiato? mercé che gl’ingordi e