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di Pausania talmente commossero gli animi di tutti i virtuosi greci, che Aristotile, Platone, Demostene, Pindaro e altri molti, piú non potendo ritener le lacrime, avanti che la cerimonia del Lipsio fosse condotta al suo fine, proruppero in cosi dirotto pianto, che dagli altri letterati essendo stati imitati, il virtuoso Lipsio, il qual conobbe che la sua orazione per lo strepito grande di quei singulti non poteva essere udita, scese dal pulpito, ricompensando il disgusto che gli aveva dato Pausania con quelTimpedimento, con la consolazione deirencomio ch’egli aveva fatto della sua patria e della virtuosa nazion fiamminga. Dai letterati tutti di questo Stato fu creduto che tra Cornelio Tacito e Giusto Lipsio per li molti reciprochi benefici corsi tra essi, fosse per passar somma confidenza e strettissima amicizia. Ma con meraviglia grande de’ letterati tutti di questo Stato, è succeduto il contrario. Percioché due mattine sono il Lipsio avanti Apollo accusò Tacito di aver nel primo libro delle sue Storie dette alcune parole piene di somma empietá. Sua Maestá, per accusa tanto importante sopramodo alterato, comandò a Tacito che la vegnente mattina le comparisse avanti per difendersi da quell’orrenda imputazione. Con tanta franchezza d’animo intrepido ubbidí Tacito il comandamento di Apollo, che i letterati suoi amorevoli, che grandemente si erano sbigottiti,’affatto si rinfrancarono di animo. Io che scrivo i presenti Ragguagli, mi trovai presente allora che Beato Renano e Fulvio Orsino, amendue amorevolissimi di Tacito, tirarono il Lipsio in disparte e strettamente lo pregarono che volesse desistere dall’impresa di quell’accusa, disonoratissima per lui quando non avesse potuto verificarla, infelicissima se la provava; perché essendo Tacito il primo baron politico che abbia Parnaso, e però di gran séguito appresso quegli uomini potenti che hanno le mani lunghe e corta la coscienza, in progresso di tempo sicuramente erano per vendicarsene. A questi rispose il Lipsio che in tutti i modi egli voleva dar soddisfazione alla sua coscienza; e questo detto, comparve avanti Apollo, ove in compagnia di Tacito erano concorsi i piú forbiti letterati di questa corte. Cominciò allora il Lipsio che gli era amico Socrate, amico Platone,