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traffico di eternar nella memoria delle genti il nome altrui. La grandezza del premio invitò molti a porsi in cerca; e dopo esattissime diligenze usate, la reai maestá della Fedeltá in una stalla fu trovata tra la braccheria del famoso cacciatore Atteone e del bellissimo Adone. In molta fretta fu fatta sapere ad Apollo tanta novitá; il quale a quella volta spedi subito le serenissime muse Melpomene e Talia, affine che, levando da quel luogo tanto indegno cosi eccelsa virtú, la riconducessero alla sua solita abitazione. Ma il tutto fu indarno, percioché quella serenissima prencipessa, amaramente piangendo l’infelice suo stato: — Riferite — disse, — o serenissime dive, ad Apollo mio signore, che la Fraude, mia eterna e capitalissima nemica, finalmente ha riportata piena vittoria nella questione che perpetuamente ha avuta meco, e che l’infame interesse che in questi tempi infelici tiranneggia gli animi di tutte le megliori nazioni, m’ha sbandita da quel cuor degli uomini che prima fu tutto mio. Fate anco sapere a Sua Maestá che il mondo tutto di modo sta immerso nel fango delle piú sozze brutture, che quella Fedeltá ostinata di onoratamente servir il suo prencipe fino all’effusione dell’ultima goccia di sangue e all’emissione degli ultimi spiriti della vita, che prima tanto era ammirata e ambita, ora vien riputata sciocca e viziosa ostinazione: e ditele che l’aver, per ben potersi accommodare al tempo, al luogo e alle persone, un animo fraudolente, colmo di perfidia e disposto ad usar ogni piú esecranda infedeltá, oggigiorno vien predicata sapienza, sagacitá e accortezza d’ingegno copioso di partiti, e ch’io, infelice, stomacata dal veder cose tanto obbrobriose, son stata forzata far la risoluzione che vedete, di viver tra questi cani, ne’ quali compitamente trovo oggi quella vera fedeltá verso i padroni loro, che con tanti miei sudori sempre mi son forzata inserire nell’interessato e perfido cuore degli uomini.