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cosi rispose Lorenzo: — Sappi, caro amico mio, che per giungere alla felicitá di posseder la ricca gioia di questo pappagallo non solo di buonissima voglia mi privo di quanto posseggo di buono in questo mondo, ma nudo mi sarei spogliato in camicia, e fino venduto schiavo in galea per averlo. Io son lombardo, nato col difetto ordinario della mia nazione di esser libero di lingua e schietto di cuore: nobilissime virtudi antiche, crudelissimi vizi moderni, poiché nelle corti e altrove mi hanno cagionati sommi travagli, a’ quali spero di por fine con la compra che ho fatta di questo preziosissimo uccello, il quale felicemente mi insegnerá quella virtú che affatto è ignota a* lombardi, e pur troppo saputa e praticata dalle altre nazioni, di opprimere i veri sensi dell’animo, e solo a voglia d’altri parlar con la bocca concetti imparati alla mente.