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RAGGUAGLIO X Il menante entra nel fondaco de’ politici, e dalle merci che vi comprano i letterati studia di venire in cognizione della qualitá de’ geni loro. Per far esatto giudizio della vera qualitá de* geni degli uomini, sopra modo vale il frequentar quei luoghi ove si esercitano atti virtuosi e quelle botteghe dove si vendono cose viziose, e notar quei che vi praticano; percioché cosi le librarie altrui fanno conoscere gli amatori delle buone lettere, come le biscazze a dito mostrano i giuocatori, le pasticcerie i golosi, le osterie i pacchioni; né in altro piú commodo luogo meglio può aversi cognizione degli uomini vani, che spesso frequentar le barberie e notar quali siano quei Ganimedi, quei Narcisi, che avendo pazienza di star due ore sotto il barbiere, con tanta esquisita diligenza vogliono esser tosati, che piú tempo consumando in farsi accommodar la barba che qualsivoglia linda sposa in acconciarsi il capo, ogni peluccio che avanzi gli altri o che stia un poco torto stimano che possa farli parer brutti demoni alla piazza. Quindi è che il menante, al quale simil artificio molto è noto, spesso si trattiene nel fondaco, che con le passate si è detto che in Parnaso ha aperto l’universitá de’ politici ; il che egli fa solo affine di venir, dalla qualitá della robba che altri vi compra, in cognizione del genio di molti di questa corte, per darne poi minuto ragguaglio a’ suoi amorevoli avventori. Tre mattine dunque sono passate, che nel fondaco de’ politici capitò Giovambattista Sanga, famoso secretario nella corte di Roma, il quale ad uno di quei giovani chiese se aveva carbone da vendere; gli fu risposto di si, e appresso gli fu mostrato il carbone: quale percioché piacque al cortigiano, convenne del prezzo e ne comprò quaranta some. Strana cosa parve al menante la quantitá del carbone comprata da quel virtuoso, molto sproporzionata a lui che viveva con un solo servidore; e perché il menante è amicissimo del Sanga, confidentemente