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« RAGGUAGLIO XCIX I prencipi dell’universo supplicano la maestá di Apollo a voler inserir l’amor della patria ne’ loro popoli. L’ambasciadore di tutti i prencipi dell’universo, il quale molti giorni sono capitò in Parnaso, giovedí passato ebbe lunga audienza da Sua Maestá, e pubblicamente si dice che a nome de’ suoi prencipi acerbamente si sia querelato ch’ogni giorno dai popoli loro si commettevano eccessi tanto vergognosi, azioni tanto enormi, che in infinito avevano difficultata l’arte del regnare: e che i disordini erano trascorsi tant’oltre, che i prencipi piú non potevano dare a soldato alcuno cittá o piazza forte in guardia, che non corressero evidentissimo pericolo di essere in pochi giorni con bruttissimi tradimenti assassinati: e che a’ medesimi piú non era possibile con tanta circospezione e accortezza far elezione di capitano generale o di altro ministro di guerra, che ben presto non si vedessero ridotti al termine miserando di esser forzati piú temere il servitore amico che il prencipe nimico: e che non minor della perfídia de’ capitani era l’iniquitá de* popoli, i quali cosi sporcamente si erano dati in preda ad una viziosissima curiositá, che in pochi giorni si riducevano a capitalmente odiare ogni ancor che eccellentissimo prencipe, lo stesso desiderio e il medesimo gusto mostrando sentire nello spesso cambiare il prencipe, che aveano di variar vivande alla mensa. Che da cosi brutti disordini nasceva che i prencipi ne’ loro bisogni maggiori non solo piú dai popoli non venivano aiutati e difesi con quell’affezione e caritá eh’erano obbligati, ma che tutto il giorno si vedea che da essi sceleratamente erano traditi e per pochi denari venduti a’ nemici loro. E che i prencipi finalmente erano venuti in chiara cognizione che tanti mali solo erano cagionati dal poco amore che apertamente si vede che i popoli portano alle patrie loro; e che la reina del mondo, la madre degl’imperi,