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RAGGUAGLIO XCIV Un principale senator polacco correggendo un altro senatore caro suo amico, è fatto accorto ch’egli è colui che, camminando fuor di strada, ha bisogno di emendarsi. Nella corte del re di Polonia si trovano di presente due gran senatori polacchi, tra’ quali passa strettissima amicizia: uno di questi apertamente fa professione di esser mal soddisfatto del suo re, e però pubblicamente biasima il modo del governo ch’egli tiene e fino al termine della malignitá censura e cavilla tutte le azioni di lui. Questo modo di procedere grandemente dispiaceva all’altro senatore, il quale in tanto era contrario all’amico suo, che non solo apertamente lodava anco quelle azioni del suo re che meritavano biasimo, ma per far acquisto della buona grazia di lui, non si curava di commettere fino delle indignitá. Questi, fortemente scandalizzato del pericoloso modo di procedere dell’amico suo, gli disse un giorno che non solo imprudenza, ma temeritá grande era con la censura mordace delle azioni del suo prencipe irritarsi contro lo sdegno di colui dal quale egli poteva sperar ogni bene, e che il servir nelle corti per demeritar la grazia de’ padroni, era l’ultima sciocchezza che potevano far gli uomini pazzi. A costui cosi rispose il sagace cortigiano amico: — La correzione che con tanta libertá mi hai fatta, chiaramente mi scuopre che con affezion cordiale contracambi lo sviscerato amore che io ti porto, e di tutto cuore ti ringrazio; ma sappi che amendue noi, se ben per strade contrarie, camminiamo nondimeno al medesimo fine di acquistar in questa corte il grado supremo del palatinato e altre grandezze; ma tu fai il tuo viaggio per la strada ordinaria, io per certa scortatoia solo nota ai piú forbiti cortigiani: e ti predico ch’io corro fortuna di ottener prima l’intento mio di te. Nelle monarchie ereditarie, nelle quali i figliuoli, i fratelli, i nipoti e gli altri del sangue reale con gli Stati ereditano anco per l’ordinario gli amici, T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso.
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