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RAGGUAGLIO XCI Un principe grande per sciogliere un suo voto porta al tempio il ricco dono di un vaso d’oro; il quale perché con mestizia grande vien ricevuto dal sacerdote, egli ne chiede la cagione, e riceve soddisfazione. Pochi giorni sono un prencipe di gran qualitá, per una singoiar grazia ricevuta da lui dalla maestá di Dio, portò al tempio il dono di un vaso d’oro di grandissimo pregio: e perché il sacerdote nel riceverlo fu veduto afflittissimo e fino gettar lacrime, gran curiositá entrò in quel signore di saper la vera cagione di quella mestizia, e al sacerdote chiedette che gliela propalasse: al quale quell’uomo timorato di Dio con un pianto dirottissimo disse che egli era forzato spargere amarissime lacrime allora che, vedendo portar doni al tempio, si ricordava dell’antica pietá degli uomini passati, i quali loro preziose ricchezze stimavano render facultosi i tempi, e per cosa necessaria al culto divino tenevano quei vasi d’oro e di gemme, che gli uomini, immemori della vera religione e piú innamorati de’ propri commodi che dell’onor di Dio, anco in quelle cose che servono a’ servigi piú vili hanno appropriati a’ loro stessi ; e che in alcuni Stati infelicissima e affatto deploranda era la presente condizione della vera religione, poiché dove prima le ricchezze delle cose sacre servivano per augumento della vera pietá, per grandezza e maestá della religione, ora erano divenute cornette, che dalle grotte di molte empie province chiamavano i pubblici assassini a rubare alla strada il sacro patrimonio di Dio e de’ suoi santi. Furti tanto piú scelerati, quanto gli autori di essi non si erano vergognati inorpellarli collo specioso nome di « religione riformata ». Tanto avanti è arrivata l’ignoranza di alcuni popoli, che sino si sono lasciati dar ad intendere che con le crapule, co’ latrocini e con ogni sorte di libidine difformar l’antica religione, tanto costantemente creduta da’ padri, dagli avi e dai bisavi loro, altro non sia stato che riformarla: quasi che il fregiare un uomo, lo spogliarlo e l’ucciderlo, da alcuno che sia di sano intelletto possa credersi che sia un onorarlo, un rivestirlo, un farlo risuscitare da morte a vita.