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ingratitudine? — Questo cosi esacerbato ragionamento di Apollo di tanto maggior efficacia fu appresso la visita tutta, quanto egli fu accompagnato dalle strida di tutti i letterati circostanti: i quali, sopra ogni credenza contro l’Al viano grandemente sdegnati, gridavano giustizia. Dopo questo la ruota criminale, di ordine di Apollo, votò sopra la sentenza condennatoria; e que’ giudici tutti pene sopramodo rigorose proposero, con le quali del suo fallo dovesse il reo esser punito. In questo travaglio si trovava l’Alviano, quando l’avviso di tanto accidente essendo stato portato alla serenissima Libertá veneziana, ella, sopramodo gelosa della riputazione di quell’uomo fortissimo, con molta fretta si presentò nella visita; e prostratasi a’ piedi di Sua Maestá, con generosa sommissione disse che giammai da quelli si sarebbe partita, se da Sua Maestá pienissima grazia e assoluto perdono non avesse impetrato a quel suo coraggioso capitano. E che se bene ella con un freschissimo editto di Sua Maestá, nel quale si dichiarava che quelli i quali in difesa delle patrie libere contro le barbare nazioni avevano impugnate le armi, per qualsivoglia ancor che capitalissimo eccesso non mai potevano perder la buona grazia di Sua Maestá: che nondimeno per lo suo dilettissimo Al viano, che tanto sangue aveva sparso pèr lei, sofferti tanti disagi, scorsi tanti pericoli, quel perdono domandava per mera grazia, che ognuno benissimo conosceva doverglisi per termine di rigorosa giustizia. Udite ch’ebbero i letterati preghiere piene di tanto affetto, ricordevoli quanto benigno ricetto quella serenissima reina nella sua casa soglia dare a que’ virtuosi che vi si riparano, di modo in essi si smorzò lo sdegno conceputo prima, che ad alta voce piú volte gridarono: — Grazia, grazia! — Onde Apollo, con la mano avendo sollevata da terra quella felicissima Libertá, prima le diede luogo tra le serenissime muse, poi le disse che in suo potere non essendo negarle cosa ch’ella desiderava da lui, all’Alviano di buon animo condonava ogni pena; ma che voleva che alle buone lettere tanto offese e a’ suoi virtuosi cosi maltrattati si desse la soddisfazione che si conveniva. Allora l’Alviano, giá prima mezzo morto dalla paura — tanto il timore della vergogna piú affligge un uomo onorato dei certi