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stros (I): __ e appresso sentenziò che quel Lucifero fatto di carne umana fosse gettato nel barco dove si conservano Molosso, Melampo, Licisca e gli altri poetici cani dell’Arcadia, da’ quali quell’infelice subito fu dilaniato e divorato. Questo fatto, il commendatore Annibai Caro fu condotto nella visita; e il giudice della causa disse ad Apollo che a Sua Maestá molto note erano le risse passate tra il commendatore e il Castel vetro, le quali non con altro modo si erano potuto accommodare che con la sicurtá di non offendersi : dopo la quale il Castelvetro piú volte in una mattina avendo passeggiato avanti la casa del Caro, talmente nell’animo di quel poeta si rinovellò la memoria dell* ingiuria fattagli con quella rigorosa censura, che con un dicace sonetto proibito al malaccorto Castelvetro aveva date molte ferite nell’onore. Apollo, contro la credenza di ognuno, comandò che pur allora il Caro fosse liberato, e appresso disse che il Castelvetro come pazzamente temerario severamente fosse punito: perché sapendo egli di cosi gravemente aver offeso un uomo risentito, commetteva 1* imprudenza di fidar la sua vita nella sicurá data di danari: e tanto maggiormente che il Castelvetro benissimo conosceva che i marchigiani, per altro galantuomini, ma sommamente sanguinari, hanno manco pazienza che discrezione. Dato che fu fine alla causa del Caro, nella visita fu introdotto il gran senatore della republica ateniese, Aristide, carcerato per avere in una straordinaria penuria tra il popolo di Atene distribuita quantitá grande di grano. Alla maggior parte della visita affatto iniqua parve la prigionia di Aristide; ma Apollo, che giudicò il contrario, con severe parole l’avverti che nelle patrie libere, dove in grandissima gelosia si vive della pubblica libertá piú che in qualsivoglia altro principato, nell’esercitar la caritá faceva bisogno osservare il santissimo precetto che la destra mano non sapesse quello che operava la sinistra: mercé che in ogni republica molto pericolose erano le limosine soverchiamente boriose e fatte con aperta ostentazione; che per (i) Tacito, libro 13 degli Annali.