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qual altro grado maggiore avanzava da sperar nella vecchiaia, che quella assoluta signoria della tirannide, alla quale Cesare scopertamente, Pompeo con piú cupi artifici aspirarono poi? Disordine gravissimo, e dal quale la famosa libertá romana dovea riconoscere la sua morte. Ancorché la stessa serenissima Libertá veneziana segni grandissimi desse che il parer dell’Aretino sommamente le fosse piaciuto, comandò nondimeno agli altri virtuosi che avanzavano, che seguissero a dir le opinioni loro. Allora Benedetto Varchi cosi cominciò: — La mia republica fiorentina, che non mai ebbe fortuna da saper tra le sue famiglie nobili introdur la pace, l’unione e quel vicendevole amore che eterna rende la libertá delle republiche, alla fine fu forzata di cadere nell’infermitá della servitú; ora a me cosa che supera tutte le piú rare umane meraviglie par che sia che un nobile veneziano, ancorché gravissimamente offeso nella vita de’ suoi figliuoli e nella propria sua persona, piú violentato dall’ardente caritá verso la patria libera, che spaventato dal rigor de’ magistrati, con animo franchissimo sappia far la dura risoluzione di perdonar in quell’ora medesima al suo nemico l’ingiuria che ha ricevuta: risoluzione per certo ammiranda e altrettanto degna di stupor infinito, quanto apertamente si vede che il nobile veneziano di buonissima voglia nelle mani del senato sa rimetter quella vendetta dell’ingiuria ricevuta, per la quale tanta renitenza sentono gli uomini sensuali nel donarla a quel Dio dal quale riconosciamo ogni nostro bene. — Cosi disse il Varchi, quando Lodovico Dolce soggiunse che se quello era vero che confessavano tutti, che la piú rara e piú pregiata grandezza che potea considerarsi in un prencipe era il disarmar con facilitá e senza pericolo alcuno un suo capitan generale, e da lui, anco allora che sapea di esser chiamato dal prencipe adirato o grandemente insospettito della sua fede, ricever esatta ubbidienza, che per certo degna di esser anteposta a tutte le altre cose mirabili dagli altri notate nella republica veneziana, li parea che fosse ch’ella non solo con facilitá grande disarmasse i suoi capitani generali di mare, ma che anco allora che i suoi