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che in Vinegia la nobiltá viziosa e ignorante facea numero, mentre solo la virtuosa e meritevole comandava e governava con quella prudenza che era nota a tutto il mondo. Ma Leonardo Aretino, dapoiché molto ebbe lodato il parer del Boccaccio, soggiunse che l’uso eccellente della republica veneziana di non dar alla sua nobiltá carichi di salto, ma graduatamente, era quella base saldissima dove era fondata la grandezza e l’eternitá di tanta Libertá, e che mirabilissimo precetto era che qualsivoglia nobile per salir alle supreme dignitadi, fino dalla sua prima giovanezza fosse sforzato cominciar da’ piú bassi magistrati: costume saluberrimo, come quello che partoriva l’effetto importantissimo di mantener quella vera e sostanziale uguaglianza tra la nobiltá di una aristocrazia, che dá lunga vita al viver libero; perché appresso i veri intendenti delle cose di Stato, non la paritá de’ beni faceva uguali i senatori nelle republiche, ma che tutti i nobili fossero costretti di camminare alla grandezza delle dignitadi piú supreme per la strada medesima di cominciar il corso de’ magistrati dalle stesse ultime mosse. Legge degna della molta sapienza veneziana, della quale perché affatto fu priva l’antica republica romana, ella fu di corta vita nella sua libertá, e quella brieve che ebbe, fu travagliata da pericolosissime infermitadi di tumultuose sollevazioni. Perché l’abuso bruttissimo di dar i consolati della patria libera e gl’importantissimi carichi della cura degli eserciti a Pompeo, a Cesare e ad altri soggetti facoltosi nella prima giovanezza loro, altro non fu che piú tosto trattarli da uomini nati di sangue reale, da signori e padroni della patria libera, che da senatori di una ben ordinata republica. Percioché essendo verissimo che quella è ben regolata libertá, dove anco a’ senatori di sommo valore e di merito infinito sempre avanza una dignitá grande da sperare, la quale a* soggetti avidi della vera gloria serve di acuto sprone, che battendo loro il fianco dell’onorata ambizione velocemente li fa correre nella strada diritta della virtú per poter giunger poi alla meta del magistrato bramato, a Cesare e a Pompeo, che nella prima fanciullezza loro dalla republica romana con mortai imprudenza ottennero i primi onori e le piú supreme dignitadi,