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perché benissimo conosceva che que* popoli che aveano cacciato il prencipe loro di Stato e l’aveano maltrattato, con somma ragione aveano in ispavento la seconda infeudazione: mercé cheogni prencipe nuovo, per mitissimo e piacevolissimo che egli si fosse stato, per assicurarsi di non ricevere i medesimi mali trattamenti che erano stati fatti al suo precessore, di necessitá gli faceva di bisogno di usare la severitá e tutti que* crudeli risentimenti che dagli austeri re di Aragona riceverono quei sediziosi e inquieti baroni napolitani, che ardirono di convertire l’obbligo di ubbidire ai re loro in un’avara e scandalosa mercatanzia di strapazzarli.