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fu dichiarato il famosissimo Giovan Francesco Pico, conte della Mirandola, e Ovidio Nasone fu fatto tesorier generale; e appresso furono fatte tutte le altre provisioni e spedizioni necessarie per tanta guerra. Di modo che al presente Apollo si trova avere in campagna un esercito di virtuosi cosi formidabile, che sicura si tien la vittoria in mano: ma a cosi gran corpo di milizia manca l’anima del danaro. E perché il consiglio proposto da alcuni di gettar pubblici dazi sopra i popoli per provedere a cosi urgente necessitá, come perniziosissimo fu detestato, e detto esser cosa calamitosa e piena di manifesto pericolo allora con nuove gravezze disgustar i popoli, che per farli suoi confidenti ilevono essere alleggeriti, e che non era possibile nelle turbulenze della guerra salvar uno Stato assalito da potente nemico straniero, che sia abitato da popoli mal soddisfatti; la cura di provedere il danaro da Apollo fu rimessa al suo reai consiglio di guerra, il quale in poche ore si appigliò a quel partito, che in infinito è abbonito dai poco intendenti, amato e sommamente lodato dai buoni politici, di infeudare i luoghi di poca importanza ma confidenti e lontani dai confini de’ nemici. Cosi grande è stato l’amore di ognuno verso le buone lettere, cosi intenso l’odio contro gl’ignoranti, che i popoli di Parnaso, per assicurarsi di non capitar loro in mano e di non veder in faccia quell’orrenda bestia, quello spaventevol mostro di natura, che tanto è spiacevole ai virtuosi, di urf uomo che non sappia leggere e scrivere, che non solo quei luoghi che da Apollo erano stati notati per alienare, ma quegli ancora che non erano in lista, corsero a Sua Maestá, e per grazia specialissima chiedettero di essere infeudati. Solo Efeso con renitenza singolare apertamente ricusò di far la volontá d’Apollo: di che Sua Maestá si alterò di modo, che essendosi avveduto che con le piacevolezze dell’esortazioni in quegli uomini cresceva l’ostinazione di non voler ubbidire, stimò cosa necessaria venir all’atto della forza: della quale risoluzione il popolo di Efeso da molti suoi amorevoli virtuosi essendo stato fatto avvisato, spedi subito a Sua Maestá venti ambasciadori, tutti uomini segnalati e principali soggetti della cittá, i quali esposero che la fedelissima