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RAGGUAGLIO LXXXV Avendo Apollo avuto avvisi certi che gl* ignoranti armano contro le buone lettere, egli ancora si mette in punto per difender i suoi virtuosi. I sospetti di guerra che da molti mesi in qua hanno avuti questi letterati, si sono finalmente scoperti veri, perché il corriere che il martedí notte della settimana passata arrivò ad Apollo, portò lettere di molti prencipi virtuosi con l’avviso certo che gl’ignoranti armavano contro le buone lettere e che di giá aveano fatta levata di molte migliaia di barbari, capitalissimi nemici delle serenissime arti liberali. All’avviso di nuova di tanto rilievo Apollo rinforzò subito i presidi delle importantissime piazze di Focide, di Pindo e Libetro, e appresso comandò all’Ariosti e al Berni che quanto prima assoldassero due terzi di poeti satirici italiani, e che i terzi de’ poeti latini di Persio e di Giovenale, per trovarsi molto scemati di numero, fossero riempiuti di poeti assoldati in Italia, che molto abbonda di simil sorte di milizia: e appresso dichiarò Torquato Tasso collaterale degli uomini d’arme dei poeti eroici italiani, il quale suo luogotenente nominò Bernardo suo padre, riputandosi quel buon vecchio a sommo onore ubbidire a cosi gran figliuolo. Virgilio ebbe il carico di generale de’ poeti eroici latini, e suo luogotenente fu Lucano. Annibai Caro in una gran concorrenza di piú poeti, tutti della prima classe, piú aiutato dai gagliardi favori della serenissima casa Farnese che dai suoi meriti, fu dichiarato generale de’poeti lirici italiani: il qual carico sarebbe stato dato al Petrarca, al Guidiccioni o a monsignor della Casa, se l’abito loro fosse stato capace di portar la celata e vestir la corazza. Orazio da Venosa a viva voce dall’esercito stesso ebbe il generalato de’ poeti lirici latini. Mastro di campo generale di tutto l’esercito fu fatto Vegezio: sargente maggiore Giulio Frontino: antesignano poi di tutto il campo con un fiammeggiantissimo stendardo generale, dove era la famosa insegna di un libro aperto,