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di contagioso morbo ha appestato il mondo? Non siete ancora ben venuti in cognizione che la presente ragion di Stato, con la quale piú tosto sono scorticati che tosati, succhiati che munti, oppressi che governati molti popoli, pur troppo da sé essendo esorbitante, somma ignoranza è desiderarla piú arrabbiata? e non vi pare che dal crudel governo di Tiberio e dalla rapace vita di Nerone, tanto esattamente scritta dal vostro Tacito, alcuni moderni prencipi abbiano cavati precetti nobilissimi da rodere e radere, che vorreste che avessero commoditá di veder se nelle vite di Caligola e di Domiziano — che solo acciò perpetuamente stessero ascose le obscenitá e le crudeltadi che usarono quei sozzi mostri di natura, la maestá di Dio per vostro grandissimo beneficio ha esterminate dal mondo — potessero cavar qualche recondito precetto da far piú lugubre il quinto atto dell’amara tragedia della vostra servitú? Felice guadagno, o virtuosi, per lo mondo è stata la perdita che si è fatta della maggior parte delle fatiche di Tacito: come beati si potrebbero chiamar gli uomini, se nemmeno si trovassero quelle infelici reliquie che per ultima calamitá del genere umano sono avanzate, e il mondo fosse governato con la modestia e con la semplicitá de’ monarchi antichi, che stimarono gli uomini creature razionali, non con l’acerbezza di molti prencipi moderni, che apertamente mostrano credere che siano bestie da due gambe, cosi create da Dio solo per beneficio loro, come Sua Divina Maestá non per altra cagione fece nascere i sorci al mondo, che per ingrassare i gatti. Ma, messer Pietro Vittorio, poiché veggo che anco voi siete del numero di quelle buone persone che desiderano Tacito intiero, contentatevi che con esso voi, che avete parlato a nome pubblico, io dica quattro parole in privato. Non pare a voi che i vostri prencipi con la sola prima carta degli Annali di Tacito, che tanto bene studiarono e seppero porre in atto pratico, sieno divenuti gran medici per curare il canchero delle sedizioni del popolo fiorentino? Felice il mondo tutto, se Tacito avesse sempre taciuto. Però co’vostri letterati andatevi con Dio, ché a me crepa il cuore di veder che anco gli uomini nascono con P infelice calamitá de’tordi. T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso. 20