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ragguagli di parnaso 303 con non piccolo disonore delle buone lettere da’ consigli loro aveano cacciati quei giureconsulti, che dagli altri popoli in tanta ammirazione erano avuti, che fermamente credevano che senza il placet di un iurisperito non fosse possibile che altri potesse dire e far cosa che stesse bene: e che tanto piú vivamente supplicavano Sua Maestá ad aver considerazione alla causa loro, quanto si trattava della stessa indennitá delle sacrosante arti liberali, le quali gli studiosi tutti delle leggi con spese grandi e con fatiche, immense tanto sudavano per apprendere. Mirabilmente, contro l’opinione d’ognuno, si alterò Apollo per quelle istanze; e con sdegno grande rispose a quei dottori, che fortemente si maravigliava che alla sua presenza avessero ardito dire eh’essi sudavano e spendevano per apprendere l’arti liberali, quasi che al mondo tutto non fosse noto l’editto delfico, nel quale 10 studio delle leggi non arte liberale, ma si dichiarava esser mestiere e arte veramente meccanica, nel mondo introdotta per affliggere il genere umano, studiata senza dilettazione di animo senza speculazione d’intelletto e senza il tanto necessario in tutte l’ottime scienze aiuto delle serenissime muse, e solo esercitata per mera avarizia di guadagno, per ingrassar di scudi un porcone, 11 quale, se ben totalmente era privo di quella vivacitá d’ingegno che tanto amano le buone lettere, per giunger nondimeno ad essere un grande avvocato solo gli bastava aver un cervellaccio di bue, una complessionaccia di facchino, che francamente resistesse alla fatica di tirar la carretta.