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RAGGUAGLIO LXXXI L’eccellentissimo medico bolognese Giovanni Zecca vende in Parnaso la vera ricetta da non pigliar il mal francese. Tre giorni sono nei luoghi piú pubblici di Parnaso furono attaccati molti cartoni dove erano scritte le seguenti parole: « È arrivato in questa cittá Peccellentissimo Giovanni Zecca, medico fisico bolognese; il quale, avendo trovata la vera e sicurissima ricetta da non pigliare il mal franzese, invita ogn’uno a provedersi di essa, che a* facultosi sará dispensata per onesto prezzo, e ai poveri donata per Pamor di Dio ». Gran curiositá nacque nei letterati di aver secreto in questi tempi tanto necessario: e tanto maggiormente, quanto avevano notizia della sufficienza del Zecca, medico di valore straordinario e nella sua professione scrittor molto eccellente. E allora che tutti credevano che la ricetta consistesse in oli, in elettuari, in polveri e in altre cose medicinali, in infinito rimasero meravigliati quando videro che il Zecca dava loro un ritratto, dipinto dal naturale, di un galantuomo al quale il mal francese avea mangiato il naso, e che insegnando il modo da usar quella ricetta, diceva che nel punto medesimo che altri volea coricarsi con donna di sospetta sanitá, di seno si cavasse il ritratto che dava loro quale tutti quelli che fissamente avessero rimirato e contemplato, erano sicuri che quella medicina pigliata con gli occhi operava che in modo alcuno da quel bruttissimo morbo non potevano essere infettati. Si sono trovati uomini curiosi che subito son corsi a far Pesperienza di quella nuova ricetta, affermano averla ritrovata eccellente: percioché i galantuomini che nel maggior ardore delle loro libidini fissamente rimiravano e attentamente contemplavano quel ritratto, sollevando il pensiero sepolto nel fango della carnalitá alla cognizione della perpetua vergogna che altrui arrecava la perdita del naso, ornamento della faccia, seggia e stanza proprissima della riputazione,