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RAGGUAGLIO LXXIX L’antica República romana e la moderna Libertá veneziana discorrono insieme quali sieno i veri premi di onore, co’ quali le ben ordinate republiche riconoscono la virtú de* benemeriti senatori loro. Tutto che la famosissima Libertá romana, padrona giá del mondo, ora per gl’infortuni grandi ch’ella ha scorsi si vegga ridotta in istato assai differente da quello ch’ella fu ne’ tempi andati, per la memoria nondimeno delle antiche sue grandezze ella vive in Parnaso in una sublime riputazione, onorata e ammirata da tutti; non solo perché i suoi precetti politici quasi divini responsi vengono stimati dagli uomini grandi, ma perché ella è in credito di esser il vero oracolo delle cose militari oltre che non da altra casa con utilitá e frequenza maggiore e i prencipi e i privati pigliano gli esempi delle piú pregiate virtudi eroiche per ornarne gli animi loro. E tutto che principessa di tanto splendore da’ suoi ingrati e ambiziosi cittadini non meno che da’ barbari suoi nemici piú volte nei postribuli delle proscrizioni di Siila e di Augusto e ne’ sacchi generali di Totila, di Attila e di altri re delle nazioni straniere vergognosamente sia stata deflorata e manomessa nell’onore, con la fama nondimeno della sua antica grandezza molto eccellentemente ella ricopre le passate vergogne e le presenti sue miserie. Questa cosi famosa principessa alcuni di sono fu a visitar la serenissima Libertá veneziana: dama per fama di esquisita pudicizia, per opinione di esatta prudenza e per lo credito delle sue inesauste ricchezze oggigiorno la piú amata e temuta che si vegga in questa corte febea. E mentre la Libertá romana discorreva delle passate sue grandezze, e la serenissima República veneziana raccontava le presenti sue felicitadi, si è risaputo che in quel ragionamento la República romana alla Libertá veneziana disse che, essendo ella pura aristocrazia e però la piú perfetta forma di república che possa fondarsi in un popolo libero, ella per le