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per qual cagione avendo egli la faccia molto rubiconda, la quale era indizio di vigoroso calor naturale e di eccellente gagliardia di stomaco, stava tanto affannato: e che si ricordavano che cento anni prima, in tempo che il color della sua faccia era tanto giallo, che pareva che egli avesse la literizia, parlava nondimeno francamente e mostrava maggior robustezza di forze: e ch’egli da essi era stato chiamato per risanarlo dalle infermitadi che lo travagliavano; che però liberamente propalasse i suoi mali. Allora a quei filosofi cosi rispose il Secolo: — Io, signori, poco dopo che nacqui, caddi nei mali che ora mi travagliano: la faccia ho ora cosi rossa, perché le genti la mi hanno abbellita con gli strisci e colorata con le pezze di levante. Il mio male somiglia il flusso e reflusso del mare, che sempre ha in sé l’acqua medesima, se ben cala e cresce: con questa vicissitudine però, che quando ho la ciera buona di fuori, il male, come provo’ ora, è di dentro, e allora che ho la ciera cattiva di fuori, il bene è di dentro. Quali poi sieno le infirmitadi dalle quali tanto son di presente martorizzato, spogliatemi questa speciosa giubba con la quale le buone persone hanno ricoperte le magagne di un morto che spira, vedetemi ignudo come mi ha fatto la natura, e verrete in piena cognizione che io son un cadavero vivo. — Corsero allora i filosofi tutti, e ignudo avendo spogliato il Secolo, videro che l’infelice sopra la carne avea quattro dita di croste di apparenze, che lo mangiavano vivo. Allora i signori riformatori si fecero portar diece rasoi, e ognuno di essi avendo pigliato il suo, con sollecitudine e diligenza grande si posero a tagliar il male delle croste di quelle apparenze; ma trovarono ch’elleno talmente avevano penetrato fino al vivo dell’osso, che in tutto quel gran colosso non si trovava pur un’uncia di carne viva di sostanza. Di che grandemente essendosi i riformatori spaventati, subito rivestirono il Secolo, e lo licenziarono. Poi accortisi che la salute di lui affatto era disperata, si ristrinsero insieme, e abbandonata la cura de* pensieri pubblici, si risolsero di proveder all’indennitá della riputazion privata.