Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
nel Mazzoni, come in uomo novissimo, avevano poca speranza che fosse per dir cosa mediocremente buona: di che se bene il Mazzoni a molti segni si avvide, egli nondimeno senza punto perdersi di animo intrepidamente cosi disse: — Non per mio merito alcuno, sapientissimi filosofi, da Apollo son stato ammesso in questa veneranda congregazione, ma per grazia specialissima di Sua Maestá; e benissimo conosco che in questo virtuosissimo congresso mio debito piú è di adoperar gli orecchi che la lingua, dovendo imparare e tacere. E certo che in ogni altra occasione non ardirei di ragionare: ma trattandosi di riforme, e modernissimamente venendo io dal mondo, dove d’altro piú non si ragiona che di riforme e di riformatori, vorrei che in questa materia, che io tanto ho per le mani, tacesse ognuno, e la lasciasse ragionare a me solo, che posso vantarmi di essere l’Euclide di questa mattematica. Consentitemi, vi prego, ch’io dica che nel raccontar i vostri pareri mi siete sembrati que* medici poco accorti che perdono il tempo nel collegiare, e che si consumano nelle dispute, senza aver visitato l’infermo e udita da lui l’istoria del suo male. Noi, signori, dobbiamo curare il secolo presente dalle pericolose infermitadi dalle quali bruttamente lo veggiamo oppresso. Ci siamo affannati tutti in ritrovar la vera cagione de’ mali, in escogitare i veri rimedi per curarlo; né alcuno di noi è stato accorto di visitar l’infermo. Però, signori, io consiglio che si faccia venir qua il Secolo, che s’interroghi del suo male, e che a carne nuda si vegghino le parti offese, ché cosi facilissima ci si renderá la cura che voi tenete per disperata. — Tanto alla congregazion tutta piacque il ricordo del Mazzoni, che i signori riformatori subito comandarono che fosse chiamato il Secolo; il quale incontinente dalle quattro Stagioni dell’anno in una seggia fu portato nel palagio delfico. Questi era un uomo vecchio di anni, ma però di cosi gagliarda e robusta complessione, che mostrava di dover vivere ancora molti secoli. Solo pareva che patisse di difficultá di respirare, e nel parlare mostrando gran fiochezza di voce sempre si lagnava. Di che quei filosofi grandemente essendo rimasi maravigliati, l’interrogarono