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RAGGUAGLI DI PARNASO 2ÓI fu vinto, e il secretario Mazzoni dalla congregazione subito fu mandato a darne conto ad Apollo; il quale come perfettissimo approvò il parer di Tálete, e comandò che nel medesimo giorno si ponesse mano a far nel petto degli uomini il finestrellino. Ma nell’ora medesima che i chirurghi avevano impugnate le mannaie e i coltelloni per aprire il petto alle persone, Omero, Virgilio, Platone, Aristotile, Averroe e altri sommi letterati andarono ad Apollo: al qual dissero essergli noto che il primo strumento col quale gli uomini con facilitá grande governavano il mondo, era la riputazione di quelli che comandavano, e che gioia tanto pregiata non mai dai prencipi saggi dovendo esser esposta a pericolo alcuno, ponevano in considerazione a Sua Maestá il credito di santitá di vita, l’opinione di bontá de’ costumi, in che il venerando senato filosofico e l’onorato collegio virtuoso da tutti i letterati di Parnaso erano tenuti. Che però strettamente lo supplicavano ad avere, come gli si conveniva, per raccomandata la riputazione di quelli, che con la fama della bontá loro accrescevano le glorie di Parnaso: e che quando Sua Maestá all’improviso alle persone avesse aperto il petto, che evidente pericolo si correva di svergognar la maggiore e miglior parte di quei virtuosi che in somma riputazione erano tenuti prima, e che in quei forse Sua Maestá vizi piú brutti avrebbe scoperti, che piú avea in concetto di uomini immaculati. Che però, prima che a negozio tanto importante si ponesse mano, rimanesse servita di dare a’ suoi devoti virtuosi competente spazio di tempo, acciò negli animi loro avessero potuto far un poco di bucato. L’avviso di poeti e filosofi di tanto credito grandemente piacque ad Apollo, e per un suo pubblico editto il termine di fare il finestrellino prorogò fino ad otto giorni; ne’ quali ognuno talmente attese a nettar l’animo suo dalle fallacie ascose, da’ vizi occulti, dagli odi finti, dagli amori simulati, che nelle spezierie di Parnaso piú non rimasero melirosati zuccarini, aceti squillitici, cassie, sene, scammonee, e siroppi rosati solutivi: e dai curiosi fu notato che nelle contrade de’ filosofi platonici, peripatetici e morali, si senti in que’ giorni cosi gran fetore, come se fossero stati votati i cessi tutti di