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248 * RAGGUAGLI DI PARNASO prencipi entrarono in tanta escandescenza, che, non avendo altre armi, ruppero alcune panche che vennero loro alle mani: dei piedi delle quali servendosi in luogo di bastoni, fecero impeto contro i deputati e li caricarono di bastonate. E perché quegli sfortunati, per esser soccorsi, ad alta voce chiamarono aiuto, dal ginnasio peripatetico usci una moltitudine grande di filosofi, i quali ritennero i prencipi, e da quella calamitá liberarono i deputati giá molto malconci. Per ogni buon rispetto stimarono allora i prencipi cosa necessaria far capaci quei filosofi della cagione che gli aveva mossi a far quel risentimento, e cosi dissero loro: — Signori, questi furbacchiotti che qui vedete, sotto color di bei pretesti, di disordini, di prammatiche, di aggravi, di bandi e di confusione di nuove leggi, hanno avuta la sfacciataggine di fino venir in casa nostra per assassinarne, e d’aggiungere le insolenze alle domande loro impertinenti: perché — con paterna caritá avendo noi a questi ingrati, perché possino pigliar delle lepri e de’ capri, conceduta ampia licenza di poter allevare e tenere quanti cani vogliono per la caccia, facultá di tender lacci perché faccino buona caccia di starne e di fagiani, che possino lavorar reti per pigliar fringuelli e passeri, impastar vischio perché si provegghino di tordi e merli, fabbricar ami, pasta, sciabiche, nasse e mille altri ordigni, acciò faccino buona pesca d’ogni sorte di pesce, — i traditori poi non vogliono che noi altri poveri prencipi, a’ quali tanto crepa il cuore e l’anima per servigio loro, possiamo poi tendere un paio d’archetti per pigliar ne’ bisogni nostri quattro beccafichi grassi.