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RAGGUAGLIO LXX. La signora donna Vittoria Colonna a nome di tutto il sesso femminile fa istanza ad Apollo, che la pena dell’ infamia, nella quale incorrono le maritate impudiche, sia comune agli ammogliati adulteri. L’eccellentissima signora donna Vittoria Colonna, principessa d’esemplar castitá, tre giorni sono comparve nell’audienza di Sua Maestá, e a nome di tutto il sesso femminile le disse che le donne tutte in tanto amavano l’eccellenza della pudicizia, la quale per particolarissima virtú era stata data loro, che punto non invidiavano la fortezza, virtú attribuita al sesso virile: perché benissimo conoscevano che una signora senza l’anima della castitá, che la rende odorifera al mondo, era un fetente cada vero. Ma che solo pareva loro di potersi con molta ragion dolere della grandissima disuguaglianza che tra il marito e la moglie si vedeva nel particolare della pena dell’adulterio: non potendo le donne quietarsi che gli uomini maritati talmente se ne stimassero liberi, che nemmeno la pena della vergogna, che agli uomini onorati suol esser di tanto spavento, potesse raffrenargli dal commetter verso le mogli loro i bruttissimi mancamenti di sceleratissime libidini: ne’ quali disordini disse ch’eglino tanto oltre erano passati, che molti mariti non solo non si vergognavano di pubblicamente tener le concubine in casa, ma che alcune volte fino avevano ardito d’ammetterle con la medesima moglie nel sacrosanto letto coniugale. Tutti eccessi che si commettevano, perché dalle leggi con quelle stesse severe pene non era stato proveduto all’impudicizia de’ mariti, le quali erano state fulminate e si vedeano praticate contro le mogli adultere: e che in questo particolare di modo le leggi si erano mostrate favorevoli agli uomini ammogliati, che, allora che trovavano le mogli loro in adulterio, fino si erano contentate che con le mani loro si fossero vendicati di quella ingiuria. Per li quali molto notori aggravi il sesso femminile era stato violentato ricorrere al fonte chiarissimo della retta giustizia, affine che, nella paritá del medesimo delitto pubblicandosi pene uguali, competente rimedio