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mente conosco le divisioni tutte in uno Stato sommamente esser pericolose; ma pericolosissime dico esser quelle che nascono nel fatto della religione, poiché non solo non sanno i popoli amare, onorare e servire con fede quei che con essi non convengono in una religione, ma per bestie li tengono, e loro portano queir odio crudelissimo che tutti veggiamo regnare tra le nazioni di diversa religione. Aggiungete a queste cose che, cosi essendo impossibile che corpo vivo si dia senza testa, come diversitá di fazione senza capo, dove due religioni si trovano, di necessitá fa anco bisogno che due capi vi si vegghino: e se un regno in un tempo medesimo può ricevere due re, anco gli uomini stolidi lo sanno: e tu, Bodino, tanto maggiormente non dovevi pubblicar la sediziosa opinione che ti ha posto in tanti guai, quanto meglio di qualsivoglia altro sai che le moderne eresie, che si veggono in molti regni di cristiani, da prencipi grandi sono state seminate e dilatate, a’ quali i Luteri, i Cai vini, e molti altri letteratucci tuoi pari, hanno servito per seduttori de* popoli e per ruffiani dell’ambizion loro: solo affine di procacciarsi con essi il séguito della nobiltá mal soddisfatta, che le nuove sette avidamente abbraccia per ambizione di migliorar la sua condizione, di plebei, che le seguono per avarizia e per odio rabbioso che portano air infelice fortuna loro. E se per quiete degl’imperi, i popoli tutti di un regno devono essere sottoposti ad una medesima legge umana, alle medesime misure, agli stessi pesi, quanto maggiormente deve questo procacciarsi nelle cose della religione? la quale, nel ventre delle nostre madri essendo nata con noi, cosi alte radici ha gettate ne’ nostri cuori, ch’ella assolutissima reina è di tutti i nostri affetti e di tutte le nostre passioni: e però in ogni Stato tanto maggiormente ella deve essere ben regolata, quanto non potiamo vivere senza, ed esser tocchi in cosa che piú sia atta a commuoverne. Tutte cose tanto vere, che liberamente dico che gli animali bruti ancora con le nostre medesime lodi perpetuamente si udirebbono ringraziar l’eterno Iddio che gli ha creati e che li pasce, se avessero il benefizio delle parole, o se noi intendessimo gli urli, i muggiti e i canti loro. Mi sovviene T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso. 15