Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
l’impresa di rubar le navi dei pubblici mercatanti si fosse fatta a nome dello stesso prencipe di ogni piú esquisita virtú; il quale grandemente avrebbe augumentato il biasimo suo, quando in cosi brutto esercizio fosse stato veduto impiegar la prima nobiltá del suo Stato: la quale sporcamente avrebbe cominciato il primo soldo della sua milizia, se le prime fazioni di guerra fossero state in svaligiare una nave di mercatanti. E acciò ognuno rimanesse chiaro che in cosi importante negozio Sua Maestá non altro interesse aveva che il pubblico beneficio, strettissimamente comandò al Cappello che, in quell’ora medesima ch’egli faceva cattura di alcun vasello de’ corsari, dovesse uccider que’ ladri, non solo per dare a cosi perniziosa razza d’uomini spavento maggiore, ma acciò, con il concedere il riscatto, opera tanto utile non si convertisse in una pubblica e dannosissima mercatanzia: per molti infelicissimi casi seguiti essendosi provato che quei corsari, che prima erano stati prigioni e che poi si avevano ricomperata la libertá, molto volontieri di nuovo si erano esposti ad ogni pericolo per riguadagnar il denaro pagato per lo riscatto loro. L.’ultimo e principalissimo ordine che Sua Maestá diede al Cappello, fu che, il carico di lui solo essendo guardar le riviere dello Stato di Parnaso, come dal fuoco perpetuamente si guardasse di giammai non partir da esse, affine di non inciampar nella vergogna, nella quale incorrevano quegli sciocchi che, la notte abbandonando il letto maritale, per essere andati ad adulterare le mogli altrui, vergognosamente divenivano cornuti.