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uomini a venir in cognizione della falsa alchimia della milizia e dell’infelice esercizio del soldato, con ammetter il duca in Parnaso non voleva ritornar in maggior riputazione il miserabilissimo rompicollo degli uomini balordi: e tanto maggiormente, ché lo sciocco genere umano, per sua estrema calamitá, piú si inanimiva a disprezzare i pericoli della navigazione per una sola nave che felicemente giungeva in porto, che non si spaventava per mille che si abissavano in mare. E soggiunse Apollo che, della brama che aveva il duca di entrar in Parnaso molto maggiore essendo il desiderio che aveva egli di ammettervelo, gli riferisse in suo nome che di buonissimo animo l’averebbe consolato nel suo desiderio, quando nell’ingresso ch’egli averebbe fatto in Parnaso, non altri si fosse contentato di aver in sua compagnia, che que’ soldati che, al soldo della milizia sforzesca avendo fatto fine infelice, miseramente vi erano pericolati. Dura e vergognosa condizione parve al duca quella che da lui richiedeva Apollo, e lungo tempo stette perplesso se doveva accettarla o rifiutarla: perché da un lato l’accendeva il desiderio della gloria, dall’altro lo spaventava il sapere che, la milizia fiorendo bene e granendo male, egli era per aver seco l’infelice corteggio di una compagnia miserabile e sopramodo lacrimosa. In tanta irresoluzione vinse e superò la strada difficile il desiderio della gloria, che in quell’eroe fu senza fine; perché per lo suo secretario Simonetta fece saper ad Apollo ch’egli di buonissimo animo accettava il partito che a nome di Sua Maestá gli era stato proposto: onde Apollo incontanente gli stabili il giorno del suo ingresso, che fu il decimonono del corrente. Questa risoluzione del duca, come prima pervenne alla notizia dei prencipi e dei capitani piú segnalati di questa corte, in essi cagionò alterazione grande ; né cosa intatta lasciarono per rimuoverlo da quella deliberazione, la quale apertamente conoscevano che alla milizia tutta era per apportar danno gravissimo. Ma il duca, che sempre tenacemente stette fermo nella sua deliberazione, a quei prencipi risolutamente rispose ch’egli era deliberatissimo di fare per qualsivoglia strada l’acquisto della stanza di Parnaso, e che al mestier della guerra ne fosse avvenuto il male che poteva: perché non