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RAGGUAGLIO XXXXVII ti) Un letterato, per aver detto il duello alcune volte esser necessario, severamente fu punito. Molto memorabile, per lo lugubre fine che ella ebbe per alcuni infelici, fu la disputa che tre giorni sono segui tra alcuni letterati nel portico peripatetico, se fosse stato bene che Sua Maestá sotto pene tanto severe avesse gli anni passati proibito il duello: percioché non cosi tosto cosi fatta’ disputa ebbe fine, che quelli che aveano detto che — molte volte tra i soldati e altre persone nascendo differenze tali, che non con altro mezzo si possono decidere che con la violenza delle armi — il duello era necessario, subito furono catturati, e poco appresso condennati alla vergognosa pena della galea. Accrebbe lo stupore di cosi repentina esecuzione Tessersi chiaramente conosciuto che la stessa serenissima Giustizia, la quale in qualsivoglia negozio non mai ha mostrato passione alcuna, in quell’occasione nondimeno non celò lo sdegno gravissimo ch’ella avea conceputo contro quei condennati. Dicono i piú saggi di questa corte, che con molta ragione si è veduta in lei tanta alterazione, parendole di essere stata da quegli sfacciati punta troppo nel vivo della sua riputazione, avendo ardito dire esser possibile che naschino differenze tali tra gli uomini, che da lei, senza che altri venga alla violenza del crudele uso del duello, con le sue leggi non possano esser decise e terminate. (i) Nota dell’editore. Nelle due prime edizioni della Prima centuria (Venezia, 1612 e Milano, 1613) il presente Ragguaglio porta precisamente questo numero: e noi stimiamo opportuno conservarlo, per non turbar troppo l’antica numerazione e perché i Ragguagli finiscano, com’era nell’ intenzione dell’autore, col numero cento; benché in realtá siano cent’uno.