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soddisfatta, nelle controversie de’ soggetti grandi faceva bisogno che l’ufficiale esattamente possedesse l’arte di cavare i denti fracidi con la destrezza di sol adoprar la bombace. Che nel suo governo si forzasse « orn?iia sciret non omnia exequi »-(d: perché il pigliar la briga di voler dirizzar le gambe a’ cani, era un perdere il cervello dietro ad un’alchimia da matti: e che in questa etá tanto corrotta miglior consiglio degli ufficiali era tollerar nei suoi popoli qualche disordine vecchio, che con le pubbliche male soddisfazioni affliggere se stesso per volere introdurre il bene ov’egli non era avuto a grado. Che con gli ufficiali confinanti soggetti al medesimo prencipe fuggisse le gare, e che quelle differenze che non poteva né dissimulare né schivare, da uomo togato difendesse con la penna. Ma che coi prencipi vicini né cercasse le differenze, né le fuggisse: ma quelle che nascevano, da soldato difendesse con le armi. Ma però con temperamento tale, che verso i prencipi stranieri sempre mostrasse riverenza: verso il suo, zelo. Che essendo egli mandato ne’ governi per decidere le querele e per terminar le liti altrui, come dal fuoco si guardasse di accendervene egli delle nuove: tenendo per cosa certissima che allora con infinita riputazione loro gli ufficiali vincevano le gare, che nel punto medesimo nel quale erano state attaccate sapevano risolversi a perderle, mercé che delle mosche pigliate con le natiche mai si trovò chi facesse utile ritratto; e che stimasse che non altra cosa altrui piú chiaramente mostrava la leggerezza di uno ufficiale, che farsi conoscere avido di quelle dispute, di quelle risse, delle quali gli uomini salati davano quattordici per dozzina. Che in alcune occasioni stimasse bene prepor la pace pubblica a quel rigor di giustizia che insegnano i libri. Che per qualsivoglia impertinente cosa che nel suo governo vedesse o udisse, non mai sopramodo si alterasse: e che se pur ciò non poteva fare, che anco dal parlare, non che dal deliberare, si guardasse nell’ardor dell’ira, ma che tutte le cose comandasse a sangue freddo. Che ne’negozi gravi fuggisse (1) Tacito, nella Vita di Agricola.