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accuse: intanto che quei medesimi che con diligenza tanto esquisita avevano fatto quella elezione, pubblicamente fecero fede ad ognuno che quegli ufficiali erano un branco di ghiottoni, pubblici mercatanti della giustizia e uccellacci da rapina; e avanti che partissero, per ordine di Sua Maestá alli governatori delle province piú principali fu consegnato un urtamartino cavato dalla stalla pegasea: istrumento dagli uomini saggi stimato molto necessario per smaccare certi signoracci, che in casa altrui boriosamente volendo fare il padrone e spacciare il prencipe, a danari contanti si comprano le nasate, dando poi sempre la colpa di tutte le impertinenze e insolenze seguite e di ogni mal termine usato contro quel signore alla scomposta e precipitosa natura di queiranimalaccio temerariamente sconcertato. Io poi da testimoni degni di fede sono stato accertato che Salustio Crispo, presidente del collaterale, avendo tirato in disparte il governator di Libetro, grandemente amato e favorito da lui, gli disse che con accurata trascuratezza avvertisse di cominciare il suo governo, e che con diligenza esquisita lo fornisse, ricordandosi sempre che il principiar i suoi negozi « ac ribus inítiis, incurioso fine » (T>, era un imitare il trotto dell’asino, tanto famigliare agli ufficiali dozzinali. Che nel l’amministrazione della giustizia nelle cause che si trattavano tra i popolari senza eccezione di persona facesse loro esattissima giustizia: ma che nelle controversie che nascevano tra i soggetti nobili col rigore della giustizia mescolasse la destrezza di un accorto giudicio, ricordevole sempre che le accuse degli uomini potenti cosi erano odiose ai prencipi, che nella veste dell’ufficiale gettavano numero grande di quelle macchie di olio di male impressioni, che con qualsivoglia sapone d’innocenza non si potevano lavare: che però con questi tali con la spada della giustizia con tal scherma adoprasse lo scudo della destrezza, che dall’una e dall’altra parte non si dessero né si ricevessero ferite di disgusti; perché per li bisogni loro avendo i prencipi somma necessitá di tener la nobiltá ben (i) Tacito, libro 4 degli Annali.