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I2Ó RAGGUAGLI DI PARNASO infermo, non essendo possibile che un prencipe che viveva con costumi da demonio, non avesse i suoi sudditi tanti diavoli, tutti peggiori di lui. Partito che questo prencipe fu dalla audienza, un giovane stoico, per quello che di fuori appariva, di modestissimi costumi, con Apollo gravemente si dolse di esser nel mezzo del suo noviziSto, senza cagion alcuna, stato cacciato da quella casa, nella quale egli tanto avea desiderato di viver tutti i giorni suoi. Interrogò allora Apollo Epitteto, che ivi era presente, per qual cagione gli stoici dalla lor setta aveano licenziato quel giovane novizio. Ad Apollo rispose Epitteto che il tutto era accaduto perché in sei mesi intieri che quel giovane era stato nel noviziato, ancorché da molti della sua setta diligentissimamente fosse stato osservato il proceder suo, non però mai aveano potuto scoprir in lui una minima imperfezione. Mostrò allora Apollo di grandemente aver in spavento la natura di quel giovane, la quale all’audienza tutta tanto pareva modesta e ben composta; e liberamente disse che vizi affatto diabolici faceva bisogno che in se stesso occultasse colui che non avea la prestantissima virtú di altrui liberamente, il primo giorno che con altri conversava, scoprir alcuna di quelle imperfezioni delle quali gli uomini impastati di carne a meraviglia erano pieni. Cosi da Apollo fu licenziato il giovane stoico, quando nella sala dell*audienza, dal fuoco tutto brustolito,. comparve Giacomo Buonfadio; il quale fece sapere a Sua Maestá che, da’ genovesi essendo egli stato chiamato acciò scrivesse T istoria della patria loro, solo perché alcuni di essi lo scoprirono risolutissimo di voler con quella libertá che ad un onorato istorico si conveniva, senza portar rispetto ad alcuno, ubbidir alla veritá delle cose passate, con una crudelissima persecuzione che gli fecero accusandolo per vizioso, in un tempo medesimo gli tolsero la riputazione e la vita. Apollo, contro la credenza di ognuno, non solo non mostrò compunzione alcuna del caso occorso a quel suo virtuoso, ma con risentite parole disse al Buonfadio che, se bene il delitto per lo quale egli era stato processato affatto fosse stato bugiardo, che per la sua molto brutta imprudenza nondimeno