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poema, che mostrava in quai cose stava posta l’eccellenza del verso, quali erano i colori, quali le figure e le altre bellezze poetiche: e che le poesie italiane, per loro stesse chiarissime, non aveano bisogno di quei commentatori, che alle genti grossolane e ignoranti solo facevano il vii ufficio di interpretar le parole. Questo poco gusto da Apollo ebbe il Vellutello, quando avanti Sua Maestá comparve un personaggio, il qual disse che, dominando egli la famosa provincia della Panfilia, per lo solo desiderio ch’egli sempre aveva avuto della vita solitaria, spontaneamente l’avea rinunziata: che però chiedeva che a lui in Parnaso fosse consegnata la stanza medesima che godevano que’ virtuosi che nelle azioni loro aveano mostrato di eccellentemente posseder la nobilissima virtú della moderazione dell’animo. A costui rispose Apollo che — i regni alcuna volta rinunziandosi per virtú di animo innamorato della felicitá che altri gode nella tranquillitá di una virtuosa vita privata, spesso per dar soddisfazione ai figliuoli arrivati giá all’etá di saper reggere i popoli, e altre volte per ischivar i tumulti delle ribellioni de’ popoli odiosi verso il prencipe, o per timor di nemico potente dal quale altri si vegga assalito, e non poche volte per inezia di genio vile, incapace della dominazione, — che dagli esaminatori a ciò deputati maturamente avrebbe fatto pigliar informazione di quanto in quel caso gravissimo faceva bisogno: i quali quando avessero trovato ch’egli per mera virtú di animo ben composto avesse saputo eseguir quell’azione di rinunziar un regno, alla quale tanto gagliarda resistenza fa l’umanitá, di buonissimo animo in Parnaso gli avrebbe conceduto il sublime luogo tra quelli altri semidei, che ai pericoli del regnare aveano preposta la tranquillitá della vita privata: e il tutto con altrettanto suo maggior contento, quanto l’esecranda ambizione di regnare cosi sproporzionatamente si vedeva esser cresciuta tra gli uomini, che per conseguir i regni non solo baldanzosamente intraprendevano ogni ancor che scelerata impresa, ma virtuosissimi dalle genti erano riputati que’ mezzi tutti, benché sommamente empi e inumani, che per conseguir fini tanto abbominevoli erano usati. Che se poi fosse trovato che, o per dar contento ai figliuoli di giá divenuti atti a regnare, o per