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essendosi nel corso urtati, cosi bruttamente l’uno contro l’altro s’accese di sdegno, che abbandonando il negozio principale di velocemente correre per ottenere il palio, indiscretamente in mezzo la strada, ch’era tutta fangosa, s’attaccarono alle pugna, e dopo essersi col loto di brutte accuse e di vergognose calunnie, che si tirarono in faccia, molto sporcati e deturpati nella riputazione, furono ridicolo spettacolo a tutto il popolo, dal quale per compimento di maggior vilipendio ebbero una vituperosissima fischiata. Questo caso, ancorché alla sciocca brigata paresse ridicolo, da Sua Maestá nondimeno fu stimato degno di tanta considerazione, che, come molto esemplare, comandò che da Prassitele fosse scolpito in marmo, acciò per eterno documento servisse ai cortigiani garritori. Merita che sia scritto che, mentre Servio Onorato, padrone del cavallo barbaro che vinse il palio, per Parnaso, com’è costume, andava gridando: — Viva Vergilio! — quel gran personaggio, che a vergogna si recò quello che gli altri poeti stimano onore, da Darete suo servidore con un bastone fece maltrattar Servio: del qual eccesso, che molto punse l’animo di Apollo, si giustificò Vergilio, dicendo ch’egli tal memoria aveva lasciata di sé al mondo, che il suo nome meritava di esser esaltato e celebrato per lo proprio suo valore, non per la bravura di un cavallo. Gli anni passati, dal governatore di Parnaso e dal pretore urbano prontamente e senza cerimonia alcuna i palii furono consegnati a quelli che gli avevano guadagnati: ma quest’anno Apollo ha voluto egli darli di sua mano. Onde per li pubblici cursori fece intimare a tutti i potentati che risiedono in Parnaso, che dovessero comparire nella gran sala reale per intervenire a cerimonia tanto importante. Novitá di molta maraviglia fu a quei gran prencipi udire che ad azione, gli anni passati stimata meno che mediocre, volesse Sua Maestá ch’assistessero que’ prencipi, che solo erano chiamati alle funzioni piú grandi: nondimeno, perché il comandamento di Sua Maestá era rigoroso, comparvero tutti. Allora cosi disse Apollo: — Conosco, signori, che molto vi siete maravigliati che con tanta solennitá io abbia ^voluto far ora quello che gli anni addietri da’ miei ministri fu sempre eseguito senza cerimonia