Pagina:Boccalini - Ragguagli di Parnaso I.djvu/101

diligenza essendo comparsi, òdi tanto gravi in molti popoli si scoprirono contro i prencipi loro, che apertamente dissero che non per vizio d’infedeltá, ma che cacciati dalla disperazione, dai cuori loro perpetuo bando aveano dato a quella fedeltá, che come ad essi dannosissima, erano risolutissimi di piú non voler riconoscere, mercé che da molti prencipi bruttamente ella veniva abusata; perché ne’ tempi passati la fedeltá de’ sudditi sempre avendo servito per istrumento da violentar i prencipi a contracambiar il buon servigio de’ popoli co’ piacevoli e cortesi trattamenti, ora chiaramente s’accorgevano che la virtú d’una proietta ubbidienza veniva riputata viltá d’animo abbietto, il merito d’una volontaria e incorrotta fede necessitá di servire: per lo qual brutto modo di procedere, i pubblici disordini tant’oltre erano trascorsi, che molti popoli erano stati forzati far la risoluzione che vedeva il mondo, solo affine che i capricciosi prencipi venissero in chiara cognizione che l’autoritá del comandare facilmente si perdeva, quando gli strapazzi e l’ingratitudini usate verso i sudditi, avendo superata ogni pazienza umana, conducevano le nazioni, per loro natura dispostissime all’ubbidire, alla disperazione di piú non voler padroni, con animo ostinatissimo di piú tosto pericolar in un governo libero, che esser vilipesi, scorticati e crudelmente trattati sotto i principati. Tutto che lo sdegno de’ prencipi verso i sudditi loro fusse grande, il disgusto de’ popoli maggiore, le serenissime muse nondimeno, con l’aiuto delle eccellentissime virtudi eroiche, che molto faticarono per condur a buon fine negozio di tanto rilievo, con la destrezza loro ammollirono finalmente e quietarono gli animi de’ prencipi alterati, i cuori de’ popoli infelloniti, e la dieta si disciolse con la capitulazione di questo accordo: che i popoli solennemente promettessero d’ammetter di nuovo nei petti loro la serenissima virtú della Fedeltá, la quale giurassero fare assoluta padrona dei loro cuori, e che i prencipi fossero obbligati scacciar da’ petti loro l’avarizia e la crudeltá, dando il possesso libero de’ loro animi alle serenissime virtudi della liberalitá e della clemenza, le quali erano quelle che ne’ cuori de’ vassalli perpetuamente tenevano incatenate la fedeltá e l’ubbidienza. Poiché per fede