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mostrava, se amava che un suo molto leggiadro servidore, che avea in casa, piú tosto soverchiamente fosse odiato, che molto amato dalla sua moglie; e che alla molta lunghezza delle risoluzioni nei suoi negozi, la quale ella conoscea viziosa e dannosa, non era in poter suo il rimediare, perché, il grande Iddio non senza importante cagione avendo creato i suoi Spagnuoli in tutto e per tutto di genio contrario a quello dei Francesi, mentre questi nelle deliberazioni dei negozi loro piú tosto erano precipitosi che esecutivi, ella con soverchiamente essere tarda e irresoluta obbediva alla volontá di Dio, che cosi avea voluto.

Appresso poi dall’urna fu cavata la serenissima Monarchia di Polonia, alla quale il conte Baldassare disse, che li prencipi tutti d’Europa aveano desiderato, che il presente re Sigismondo contro quei sediziosi nobili, che ultimamente gli s’erano ribellati contro, avesse usata qualche severitá degna d’un fallo tanto grande, solo affine di spaventar con lei gli altri nobili dal commetter cose tali. A queste cose rispose la Monarchia polacca, che nel suo regno elettivo sempre erano riusciti dannosi quei castighi dati alla nobiltá, che in uno Stato ereditario erano utili; e che quel regno che altri ricevea in dono da una nobiltá, che in poter suo avea l’elezione del re, senza correre evidente pericolo di precipitare dalla sua grandezza non si potea governare con quel rigore, che negli altri Stati ereditari era necessario, perché quel senato, che per elezione d’amore donava altrui un regno, s’egli era stimolato dalla potentissima passion dell’odio, sapea anco ritòrio, mercé che gli accorti senatori soleano riserbar a loro stessi gli instrumenti necessari per poter in ogni occasione di mala soddisfazione pentirsi della liberalitá usata; e che il presente re Sigismondo, essendo il primo del suo sangue che regnasse in Polonia, non ad altro scopo piú dovea dirizzar la mira di tutti i pensieri suoi, che anco con una soverchia indulgenza farsi benevola la nobiltá del suo Stato, affine di perpetuare la successione di tanto regno nel suo sangue con la sua grata memoria: avvertenza tanto piú necessaria al suo re Sigismondo,