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V

La presente edizione.

Nel privilegio per la stampa dei Ragguagli concesso al Boccalini dal Duca di Mantova nel settembre 1613 si parla non giá di due, ma di ben quattro Centurie : tante egli forse vagheggiava di darne in luce se avesse avuto vita, e certo si è che, pubblicate le due prime, tosto si accinse ad imbastirne una terza, destinata ad accogliere quella parte dell’opera sua, cui la prudenza imponeva una diffusione clandestina, ma che egli, lungi dal ripudiare, doveva tenere particolarmente cara. Nacque cosi l’idea di quei «Ragguagli postumi», pei quali fu vergata la dedica autografa al Duca d’Urbino che si legge sulla terza facciata del nono fascicolo di P e che ho riprodotta nell’esordio del presente volume; chiara appare da essa la volontá dell’autore, mirante a far si che i ragguagli piú audaci apparissero dopo la sua morte, recando in fronte, quale tributo di devozione e riconoscenza, il nome di Francesco Maria II Della Rovere.

Spento da un male improvviso nel fiore dell’etá, il Boccalini non giunse a meglio precisare quel proposito, ch’egli certo aveva manifestato in Venezia nella cerchia degli amici piú intimi ; il suo figlio maggiore, Rodolfo, accorso da Roma all’infausta notizia, da questi apprese le ultime volontá paterne e meditò di mandarle ad effetto, scrivendo per consiglio al dotto e benevolo Angelo Grillo, il quale, probabilmente nel 1614, cosi gli rispondeva in stile fiorito:

Consacri pur confidentemente il leggiadro stile di Vostra Signoria l’estreme reliquie di tanto padre alle supreme virtú di quel tanto prencipe, al quale esso giá vivendo le aveva dedicate, acciò possa conseguentemente riconoscere in esso come l’estremo spirito dell’autore usci per cosi dire da questa vita impresso della sua gloriosa memoria e del suo serenissimo nome, né dubiti punto che ’l parto, benché postumo nella sua divulgazione e imperfetto nella sua quantitá, non sia per essere perfettamente gradito... (1).

(j) Cfr. Lettere del R. P. A. Grillo, voi. Ili, Venezia, 1616, p. 320.