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Edizioni postume.

Per interessamento di un nobile abate e letterato genovese, il principe Angelo Grillo, che aveva trasformato in calda amicizia, durante il soggiorno veneziano (cfr. la lett. XXXIV), la conoscenza fugace fatta col Boccalini a Genova molti anni prima, l’arguto gazzettiere ebbe in S. Giorgio Maggiore un modesto sepolcro, mentre la ricca biblioteca del monastero accoglieva le sue carte superstiti, riunite poi e legate in due grossi volumi, descritti sommariamente a metá del ’700 dal bibliotecario padre Andrea Ganassoni, su richiesta del Mazzuchelli ( 0 , ma rimasti sostanzialmente inesplorati. Tuttavia, vivente ancora l’autore, taluni ragguagli avevano avuto una lor diffusione manoscritta, riservata e discreta fin che si vuole, certo non infrequente. È da avvertirsi che nella scelta delle composizioni da includere nelle Centurie il Boccalini s’era fatto guidare essenzialmente da pratiche cautele, rinunciando a diffondere pubblicamente solo quelle scritture che, per il linguaggio troppo mordace e l’eminenza del soggetto posto in ridicolo, avrebbero richiamato sulla sua persona un immediato e fiero risentimento. Si formò cosi, pressoché inavvertitamente, un nucleo di una trentina di ragguagli o poco piú, quasi tutti di acerba intonazione antispagnuola, sottratti all’onor delle stampe, ma ricercati con curiositá e letti avidamente, anche fuori della ristretta cerchia degli intimi, per la forte passione politica che li animava. Nessuna cautela prudenziale potè evitare che di questo nucleo, or piú or meno ingrossato, circolassero copie manoscritte, specie nel territorio della Serenissima, e la morte dell’autore tolse l’unico ostacolo che impedisse la stampa di quelle pagine mordacit 1 2 ).

(1) Cfr. Scrittori d’Italia, Brescia, 1762, voi. II, pp. 1378-9 e 1382.

(2) Sulle cautele e gli scrupoli del Boccalini, nonché sui tramiti clandestini di diffusione dei ragguagli, riesce rivelatore un dispaccio del residente di Savoia a Venezia dell’8 dicembre 1612 edito dal Ltizio in «Atti dell’Accad. delle Scienze di Torino», voi. 63, 1928, tomo II, p. 47: «I ragguagli del dottor Boccalini dánno a questa nobiltá infinito gusto e contento ... e perch’egli ne ha de molti che non vuole stampare per toccare troppo nel vivo gli interessi de’ prencipi, ho persuaso esso dottore a darmene un paio» ecc. Cfr. anche la nota marginale a Cent. Ili, 29, che ho riprodotta nelle annotazioni.