Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/535

e al Duca di Savoia (d, ed in men che due mesi potè constatarne il gran successo, previsto, ma non meno lusinghiero, tanto che, scrivendo al card. Borghese in data 15 dicembre 1612 (lett. XXVII), manifestava, insieme al suo compiacimento, il proposito di far tosto seguire alla prima una seconda Centuria. Subito iniziata, la stampa, non meno accurata della precedente, cui è in tutto simile per formato e caratteri, potè essere licenziata, giusto un anno dopo quella, con una dedicatoria al card. Caetani in data 21 settembre 1613; stavolta il tipografo fu Barezzo Barezzi ed il volume risultò di pp. 453 piú 39 nn.; anch’esso fu tosto spedito agli influenti personaggi e dell’invio al Gonzaga è testimonio la lett. XXXII. Nello stesso anno, non saprei se autorizzate o meno, apparivano due ristampe della Centuria /: quella di Firenze «appresso Giandonato e Bernardino Giunti», con privilegio del Re di Spagna, del Granduca e della repubblica di Lucca, e quella di Milano, per l’«erede di P. M. Locami e G. B. Bidelli», preceduta da una dedicatoria del Bidelli stesso al marchese Amadeo Dal Pozzo, che ha la data del io aprile 1613. Fu quanto il Boccalini potè vedere della lunga e fitta serie di reimpressioni, che si andava cosi felicemente iniziando: mentre il successo finalmente gli arrideva e giá in segreto egli veniva ordinando una terza e piú audace Centuria , un male imprecisato lo colse, spegnendolo, cinquantasettenne appena, dopo quindici giorni di coliche febbrili, il 29 novembre 1613(2).


(1) Tre copie (di cui due pei suoi figliuoli) furono inviate a Carlo Emanuele I. Questi, che aveva concesso il richiesto privilegio, non mancò di far pervenire al Boccalini, tramite il Marino, un caldo elogio, proclamandolo «la quinta essenzia dei belli umori» (cfr. A. D. Prrrero, Il principe italiano in C. Emanuele I di Savoia, «Il Filotecnico», II, 1887, p. 84). Vivo interesse per i Ragguagli mostrò subito il Tassoni, che doveva aver molto apprezzato la Centuria /, se tanto insisteva, sulla metá del 1614, per venire in possesso della seconda (cfr. le lettere ad Annibaie Sassi del 22 marzo, 12 e 18 aprile 1614 nell’ediz. del Rossi, Bologna, voi. I, 1901, pp. 24-26).

(2) Sicuramente in tal senso è da rettificarsi la data del 16 o del 26 novembre, che per svista tipografica od errore di lettura continua a riferirsi dai biografi.