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ANNOTAZIONI

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della quale solo quei soggetti per la loro ingratitudine severamente erano puniti, ne’ quali quei che gli aveano esaltati non altra mira aveano avuta, non altro interesse, che la semplice virtú, il nudo merito del beneficato, e che allora che gl’ignoranti, i viziosi e gli altri soggetti indegni, per interessi privati, per fini brutti, dai prencipi venivano esaltati ai supremi onori delle dignitá grandi, l’ingratitudine usata contro essi essendo virtuosa, piutosto meritava premio, che castigo, come quella che serviva per pena dell’eccesso grande che commettono i prencipi quando, postponendo gl’interessi pubblici dell’utilitá universale ai capricci privati, ai magistrati grandi esaltavano l’ignoranza, il vizio d’uomini immeritevoli, perché senza mostrarsi ridicolo alle genti non potea dolersi di esser pieno di pulci colui che avea commesso l’imprudenza di coricarsi con i cani.»

203 19 Anche il «figliuolo del prencipe di Tebe» è un nipote di Papa, come mostra l’incongruente accenno alla «morte di suo zio»: forse lo stesso Pietro, forse Cinzio Aldobrandini. Si noti l’affinitá di questo episodio con Cent. Ili, 57.

205 7 Nipote di Papa è anche il «figliuolo del prencipe di Negroponte», come dimostra il fatto che nel suo Stato il «supremo grado senatorio» è vitalizio.

207 9 II Papa stesso è protagonista di questo episodio, in cui si lamenta la soffocante influenza esercitata sulla corte romana dal re di Spagna («il prencipe di Macedonia») e da quello di Francia («il prencipe dell’Epiro») in lotta per la «monarchia universale di tutta la Grecia», cioè del mondo.

211 10 Anche il «figliuolo del prencipe di Pergamo» è un Cardinal nipote.

Ragguaglio LXIX. — Autografo con correzioni in P 64; un pentimento iniziale accenna a mutare «Polonia» in «Persia»

(213 e) 21330 Vuol dire che ormai non si combatte piu il nemico in guerra, ma con l’agguato e il veleno.

Ragguaglio LXX. — Autografo con molte correzioni in P 69. Varianti rifiutate dell’A.: 214 u «che le diede la signora Veronica Gammera»; 2159 «loro, e i giudici salirono nei loro tribunali»; 215 22 «come creatura svergognata e persona indegna della pratica di uomini onorati, con ogni sorte di vituperio fosse cacciata

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - ili.

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