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ANNOTAZIONI

i testi teologici (commento al Vangelo di S. Giovanni, Roma, 1588; di S. Luca, Venezia, 1601; alle Lettere di S. Paolo, Lione, 1603) e specialmente la Sumnia casuum conscientiae , Roma, 1601.

68 9 A ricevere il Toledo muovono Alessandro di Hales (m. 1245), il doctor irrefragabilis che con la Summa de virtutibus aveva fornito il primo trattato di teologia morale, e Cornelio Musso (1511-1574) di Piacenza, minore conventuale e vescovo di Bitonto, il piú applaudito oratore sacro del Cinquecento.

Ragguaglio XXV. — Copie in A 44, B 26, G 28, N 1 27, N 3 18 (privo delle ultime 14 righe), V 29. Stampato in S 27 col titolo che conservo (G N «Regno di Napoli ragiona con Almansore»); la piú antica stesura di A, che ha molte piccole varianti, fu pubblicata dal Rua (. Letteratura civile cit., pp. 51-62).

Emendazioni e varianti: 71 26 «il» manca in V; 73 14 «antesignana» : B S «antesignata» : A «può certo star a capo di tavola» ; 73 32 A «Spagna, percioché, cosi come i re d’Aragona non voleano in modo alcuno permettere che i re di Castiglia si facessero signori dello Stato mio, cosi quelli di Castiglia voleano piú tosto me in Granata, che con la mia ruina i re d’Aragona si fossero fatti maggiori»; 76 27 «dubitando» agg. da B ; 77 7 «vogliono» corr. da B su «vuole» di V S; 78 10 A «rispettato, ma la pace pubblica d’Italia è quella che fa ch’io sia forzato a vivere a discrezion degli Spagnuoli».

71 j Abdallah Abu Amir al Mansur (939-1001) non fu re di Granata, ma un abile capo che signoreggiò di fatto, sotto il debole Hisham II, il regno di Cordova.

72 2 Solo nove anni trascorsero dalla presa di Granata (1492) allo sbarco degli Spagnuoli nel regno di Napoli (1501), la cui conquista fu compiuta due anni dopo: l’intervallo di cento anni mostra come il ragguaglio non sia anteriore al 1603.

72 13 San Macario è il rigido anacoreta alessandrino del quarto secolo.

72 21 Sulle sventure degli Aragonesi re di Napoli cfr. Cent. II, 75 e la nota relativa.

75 i5 L’«av o materno» di Carlo V fu appunto Ferdinando il Cattolico.

75 i8 * vania» o «avania» è voce della lingua, d’origine araba, dapprima in senso proprio per balzello o angheria dei Turchi, poi con significato di frode, inganno, sopruso.