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TRADUZIONI
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stessa camera, avrá comoditá di mangiar con esso lei, e alcuna volta — oh, che dolcezza solo a pensarvi — le dormirá a lato.
Parmenone. — Che direste s’io vi facessi cosi felice, come dite che sará quell’eunuco?
Cherea. — A che proposito, questo, Parmenone? Rispondimi.
Parmenone. —Vestitevi de’panni dell’eunuco.
Cherea. — Ch’io mi vesta de’ panni dell’eunuco? E che sará poi?
Parmenone. — Io vi condurrò a Taide in vece di lui.
Cherea. — T’intendo.
Parmenone. — E le darò a credere che siate l’eunuco, e goderete quelle dolcezze, che pur ora diceste che avrebbe goduto egli: mangiate, state con esso lei, toccatela, scherzateci e dormitele a lato, poiché niuno vi conosce, né sa chi voi vi siate; oltre di questo, essendo voi giovanetto senza pelo in barba, facilmente potete esser tenuto un eunuco.
Cherea. — Oh, buono, oh, buono! Non udii mai a’miei giorni il miglior consiglio, né partito piú a proposito ! Non perdiamo piú tempo, Parmenone, presto, leviamoci di qui, andiamo in casa, vestimi da eunuco e menami a Taide.
Parmenone. — Che dite voi da dovero ? Eh, che io mi burlava !
Cherea.— Tu mi dai dunque parole? Passa lá!
Parmenone. — Oh, disgraziato me! Che cosa mi son io lasciato uscir di bocca? Dove mi spingete voi? Eh, che mi farete cadere! Lasciatemi star, vi dico!
Cherea. — Andiamo.
Parmenone. — Ancor non vi volete fermare?
Cherea. — Cammina, dico, che son risoluto por in esecuzione quanto hai detto, se ne andasse la vita.
Parmenone. — Avvertite, signor padrone, che noi non ci mettiamo a troppo gran pericolo.
Cherea. — Non vi sará pericolo alcuno: stanne sopra di me.