Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/397

392

TRADUZIONI

che l’aveano rubata in Sunio. Mia madre, come prima l’ebbe, cominciò diligentissimamente ad insegnarle tutto ciò che si deve sapere da una sofficiente giovane, e insomma l’allevava non altramente che se le fosse stata figliuola, onde molti istimavano lei esser mia sorella. Io poi, con quel forastiere col quale solo avea amicizia, me ne venni in questa cittá, il quale mi lasciò quel poco che mi truovo ora.

Parmenone. — L’uno e l’altro è una panzana: ne empiremo il vicinato.

Taide. —Perché cotesto?

Parmenone. — Per questo: che né voi vi contentavate della pratica di un solo, né il forastiere fu quegli che vi lasciò tutta la robba che vi trovate ora, poiché non potete dire che il mio padrone vi sia mai venuto in casa con le mani vuote.

Taide. — Hai ragione, ma lasciami riuscire ove io voglio. Fra questo mezzo il Capitano, il quale si era cominciato a incapricciar di me, se ne andò in Caria, e io allora ebbi la vostra amicizia, e voi stesso me ne siete buon testimonio, quanto da quel felice tempo in qua mi siate stato fitto nel cuore e quanto liberamente io vi abbia fatto padrone di tutte le mie cose piú secrete.

Fedria. — Né questo certo tacerá Parmenone!

Parmenone. — Chi ne dubita?

Taide. — Di grazia, non mi interrompete. Mia madre, fra questo mezzo, mi si mori e il fratello di lei, il quale è un poco avaro, come prima vide la giovane di bello aspetto e che sapea egregiamente sonare, sperandone buon prezzo, subito ne fece mostra e la vendè; per mia buona fortuna si trovò ivi presente il Capitano e comprolla per farmene un dono, non sapendo alcuno di questi particolari che io vi ho detto; questo mio amico venne qua e, poiché s’avvide ch’io ho vostra pratica, essendosi forse anco accorto quanto io vi ami di cuore, si finge di molte scuse per non donarlami e ultimamente si è lasciato uscir di bocca che, dandogli io la fede ch’egli sia appo me per esser antiposto a voi, senza che abbia a temere che io gli dia un piantone subito che mi