Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/392

TRADUZIONI

387

Seio Strabone e Caio Turranio, il primo prefetto de’ pretoriani, l’altro dell’abbondanza; appresso seguirono il senato, i soldati e il popolo. Percioché Tiberio volea che tutti i negozi avessero principio da’ consoli, come se anco l’antica republica romana durasse ed egli non fosse ben risoluto se volea o no accettar l’imperio; anzi, nell’editto, con il quale egli chiamò i senatori nella curia, non usò altro titolo che quello della potestá tribunizia, la quale avea ricevuta da Augusto. Furono poche le parole dell’editto e di modestissimo senso: dicea che egli volea domandar parere con quali dimostrazioni d’onore dovean farsi l’esequie di suo padre, e che egli volea non mai partirsi da canto il corpo di lui, e che, di tutti i pubblici onori che gli fossero stati decretati, egli volea questo solo usurparsi. Ma, dopo la morte di Augusto, egli diede il contrasegno a’ soldati pretoriani come imperatore, deputò le guardie, armò i soldati e ricevè tutte quelle prerogative, che solea la corte dar agli imperatori : s’egli andava in piazza, s’egli entrava nella curia, era sempre accompagnato dalla sua guardia: scrisse agli eserciti come imperatore: non si mostrò mai perplesso, meno che quando ragionava in senato, e tutto questo era principalmente cagionato dalla paura che egli avea, che Germanico, in poter del quale si trovavano tante legioni, tanto gran numero di soldati ausiliari de’ confederati e un meraviglioso favore appresso il popolo, non volesse piú tosto di presente occupar l’imperio, che aspettar di riceverlo dopo la morte di lui. Volea ancora che altri credesse, che egli era piú tosto stato eletto dalla republica, che egli si fosse intruso nell’imperio per gli artifizi e le pratiche di Livia o per l’adozione fatta dal vecchio Augusto...