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per il valor mostrato nella guerra, e però gran meraviglia diede a’ letterati l’impresa, che egli portò dipinta sul suo stendardo generale, di una penna da scrivere, con la quale per fede degli istorici pienamente constava, che nel potentissimo regno di Francia e altrove, dove gli si era presentata buona occasione d’adoprarla, aveva cagionate ruine e fracassi maggiori che Carlo V suo padre non avea potuto o saputo fare con la maggior parte dei cannoni di tutta Europa; impresa che molto fu lodata dal sacro collegio dei virtuosi, recandosi gli scrittori a sommo onore che una penna, in mano d’un uomo che avea saputo maneggiarla, avesse operato cose tanto memorande.

Cosi gran re in Parnaso sempre è stato trattato alla grande, percioché fino i piú principali monarchi d’Europa a gran riputazione si sono stimati il poterlo servire, in tanto che, il giorno dopo il suo ingresso essendosi egli posto sotto il barbiere, la reina d’Inghilterra continuamente gli tenne il bacile alla barba e il bellicosissimo re di Francia Enrico IV stimò sua gloria grande l’avergli potuto lavar il capo; il che fece con tanta eccellente maestria, che parea nato in quell’esercizio, ancorché alcuni maligni abbino pubblicato che fu senza sapone e con il ranno solo molto forte. Questo gran monarca da tutti i virtuosi di Parnaso fu presentato di vari doni di poesia e d’altri scritti molto elaborati, li quali contracambiò con molta liberalitá, e ad un letterato che gli presentò un realissimo discorso, nel quale si mostrava il modo come la nobilissima Partenope e tutto il floridissimo regno di Napoli (ora per i rubbamenti de’ soldati, per i latrocinii dei giudici, per gli scorticamenti dei baroni e per i sacelli generali, che vi danno i rapaci viceré, che di Spagna vi sono mandati per ingrassarsi, condotto all’ultima desolazione), potea esser ritornato all’antica grandezza del suo splendore, fece dono di venti ducati d’oro e consegnò il discorso al confessore, comandandogli che ne tenesse buon conto, come quello ch’era stato scritto molto santamente; ma ad un sufficientissimo politico, che gli diede un discorso molto lungo, ma in tutto contrario al primo, trattandosi in esso del modo che si deve tenere per molto piú afflig